L’INQUINAMENTO E LA FAVOLA DEGLI INTERVENTI STRUTTURALI

E’ da 19 anni, precisamente da quando si è cominciato a misurare l’inquinamento da Pm10, che gli amministratori veronesi e veneti continuano a ripetere la solita tiritera: la qualità dell’aria è critica ma bisogna pazientare per vedere gli effetti degli interventi strutturali. Peccato che nessuno ci dica quali sarebbero questi interventi. Il 2019 si è chiuso con ben 59 superamenti della concentrazione giornaliera massima consentita di polveri, e gli sforamenti sono continuati nei primi due giorni del 2020 risultati entrambi oltre i limiti di legge.

Ai cittadini si chiede di spegnere il riscaldamento o di abbassare la temperatura dei termosifoni in pieno inverno ma la politica è la prima a dimostrarsi refrattaria alle misure antismog. Ad oggi la città manca ancora di un’alternativa all’auto che sia comoda, efficiente e confortevole. Il filobus, per come è stato pensato, è strutturalmente impossibilitato ad essere la soluzione. La redazione del Pums è slittata di 6 mesi per le lentezze dell’amministrazione, mentre l’urbanistica veronese continua a seguire le impronte del Pat di Tosi e Giacino. Quali sarebbero dunque le misure strutturali di cui dovremmo attendere gli effetti? I monopattini?


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