OLTRE LA DISPUTA TRA VENEZIA E VERONA, IL PROBLEMA È DI CLASSE POLITICA – La città attende da decenni i veri investimenti in mobilità sostenibile

La realtà dello scenario veneto e veronese è che con questa classe politica, in particolare di centrodestra (visto che sono loro a governare la Regione da decenni) non farebbe alcuna differenza avere il capoluogo a Verona piuttosto che a Venezia. Il centrodestra veronese ha dimostrato una congenita incapacità nel promuovere gli interessi della città. Lo abbiamo toccato con mano nel caso nel sistema metropolitano ferroviario regionale (Smfr) che ha visto concentrare tutte le risorse nel triangolo Padova-Treviso-Venezia. A Verona e a Vicenza non è arrivato un centesimo, soltanto gli annunci di un collegamento ferroviario con l’aeroporto che la città continua ad attendere da decenni ottenendo, finora, solo una linea di bus. 
Oltre al danno, il territorio veronese incassa anche la beffa di sentirsi dire che la colpa di questa mancanza di risultati è degli amministratori locali. Intanto, solo per dirne un’altra, la linea ferroviaria Verona-Rovigo resta la peggiore d’Italia, e non c’è una politica di promozione del trasporto pubblico locale, tutti gli investimenti vanno nelle strade. Soltanto le emergenze, spesso scoperte grazie all’impegno dei comitati e delle associazioni, come recentemente quella dei Pfas, riescono a scuotere un pochino il sonnolento centrodestra. 
Sarebbe utile capire se almeno sull’obiettivo di costituire la città metropolitana ci sia comunanza d’intenti tra amministratori locali, consiglieri regionali e parlamentari di tutti gli schieramenti. Sarebbe questo un giusto riconoscimento e un buon trampolino per l’ulteriore sviluppo di Verona. 

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