BILANCIO ENERGETICO: IL COMUNE RILANCIA (MA È UNA PUNTATA AL BUIO)

Con delibera numero 38 del 19 Luglio 2018 il Comune di Verona ha aderito al nuovo patto dei sindaci europei (Paesc) che fissa obiettivi sempre più stringenti sul contenimento delle emissioni di gas serra, in particolare dell’anidride carbonica che dovrà scendere entro il 2030 del 40% rispetto ai livelli registrati nel 2006.

Eppure il bilancio energetico riferito all’anno 2017, da poco approvato ufficialmente, ci dice che il vecchio obiettivo del Paes (-20% sul 2006 entro il 2020) non verrà mai raggiunto. Siamo infatti fermi attorno al 5% di riduzione se consideriamo le emissioni di CO2 nel suo complesso, incluse dunque quelle delle industrie che proprio nel 2017 hanno conosciuto una forte riduzione a causa della crisi economica, mentre siamo fermi a meno del 15% se dal calcolo escludiamo le emissioni industriali.

La morale è che il Comune si prepara ad affrontare una sfida, nuova e più difficile, con le stesse armi spuntate con cui sta perdendo la partita in corso.

Manca infatti un’idea di città sostenibile, le varie aziende comunali spendono soldi a destra e a manca in maniera scoordinata rincorrendo un’idea di “smart city” che agli effetti pratici non è di nessuna reale utilità ai cittadini. Manca un piano della mobilità che parta dall’assunto che sia necessario e indispensabile spostare traffico dai mezzi privati a motore alla mobilità ciclistica e ai mezzi pubblici. Manca una politica di potenziamento dei mezzi pubblici e di riduzione di consumo del suolo per frenare la progressiva impermeabilizzazione del territorio con tutti i problemi e i disequilibri che ciò comporta.

Lascia perplessi che proprio il Patto dei Sindaci europei mostri cedimenti sull’opportunità di coinvolgere nel cambiamento anche le industrie private. Non mancano infatti casi, anche da noi nel veronese, in cui l’efficientamento dei metodi di produzione è andato di pari passo con la riduzione dell’impronta ecologica aziendale. Il cambiamento non può avvenire a metà, e soprattutto è sbagliato continuare a diffondere l’idea che la tutela dell’ambiente sia in contrasto con il progresso economico. Il dato più significativo è che dal 2006 a 2017 il consumo energetico pro-capite non è mai sensibilmente diminuito.

Condividi