RIFIUTI: CONTINUA L’INERZIA DELL’AMMINISTRAZIONE, CI ATTENDONO ANCORA ANNI DI EMERGENZA E DI ESBORSI SALATI PER IL CONFERIMENTO IN DISCARICA

In un documento recentissimo (22 aprile) redatto dalla direttrice del Bacino dei rifiuti di Verona Città, si apprende che Verona si appresta a chiedere alla Regione Veneto l’ennesima proroga, dopo quella dello scorso 17 marzo, per il conferimento dei rifiuti fuori Provincia, presso la discarica tattica di Sant’Urbano. Sono dunque destinati a cadere nel vuoto le proteste del Sindaco del comune del padovano che già durante l’ultima proroga aveva manifestato segni di insofferenza per le continue richieste veronesi.

Nel documento si attesta che il bacino di Verona Città, il cui organo di indirizzo è il Consiglio comunale stesso e l’organo esecutivo è la Giunta comunale, non è ancora in grado di far fronte in autonomia allo smaltimento dei propri rifiuti. Colpa di una percentuale di raccolta di rifiuti troppo bassa, precisamente al 49% secondo gli ultimi dati validati, a fronte del 71,6% del Bacino di Verona Nord e del 75,8% del Bacino di Verona Sud, diretta conseguenza delle incapacità dell’attuale amministrazione di decidere sul futuro di Amia.

Infatti, la giunta deve ancora trovare una soluzione alla sospensione del project financing Amia decisa dal Consiglio comunale nel febbraio 2018. Le uniche iniziative messe in campo finora riguardano la sperimentazione di un nuovo sistema di raccolta differenziata in una parte del quartiere di Borgo Venezia (con il conferimento di secco e umido in contenitori ad apertura controllata e la raccolta porta a porta di plastica e carta) e un progetto di revamping di Cà del Bue per “miglioramento impianto di digestione anaerobica e dell’impianto impianto di selezione secco RSAU e RSU”.

Si calcola che ci si potrà attendere un miglioramento nella percentuale di differenziata dall’attuale 49% ad almeno il 60-65% soltanto una volta che la sperimentazione su Borgo Venezia dia esito positivo e ammesso e non concesso che riesca a trapiantare in tutti gli altri quartieri della città. Parliamo quindi non di mesi da di anni, durante i quali la città di Verona è destinata a rimanere in emergenza e i cittadini veronesi saranno costretti a pagare la tariffa piena per il conferimento della frazione secca e umida in discarica.

L’impianto di Cà del Bue, che funziona per la separazione meccanica dei rifiuti, “permetterebbe di differenziare il rifiuto secco nelle componenti riciclabili (2% del peso) e per la termovalorizzazione (CDR 30% )”. Il resto va in discarica

Secondo il piano abbozzato dal Bacino di Verona Città, il residuo secco ed umido di Verona dovrebbe essere portato a Legnago, dove però si attende l’ampliamento della discarica. Compito dei Bacini di Verona Città, Verona Nord e Verona Sud sarebbe di calibrare tutte queste necessità e attuare gli investimenti necessari a raggiungere l’autonomia a livello provinciale. Ma da mesi non si muove paglia.

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