Come previsto, Superbeton si è rivolta al Tar per opporsi al
provvedimento della Provincia del 31 gennaio 2020 che, stante le
conclamate inadempienze della ditta in termini di misure di
contenimento delle emissioni, revocava tutte le autorizzazioni ad
operare nell’impianto di Via Del Vegron a Montorio, dove la ditta
svolgeva attività di recupero di materiali inerti e di produzione di
conglomerati bituminosi.
Secondo quanto si apprende dalla determinazione provinciale di
costituzione in giudizio, Superbeton sostiene che “le inadempienze
riguarderebbero meri ritardi nell’invio della documentazione
attestante le opere eseguite per contenere le emissioni di rumori,
odori e polveri prodotte dall’impianto”. Ritenendo il provvedimento
ingiusto, Superbeton reclama il pagamento di danni per 5 milioni di
euro.
Sappiamo benissimo che non è così: a parte il fatto che non è la
prima volta che questa ditta intenta cause milionarie (lo aveva già
fatto contro i cittadini del comitato e contro associazioni come
Legambiente), le mancanze sotto il profilo del contenimento delle
emissioni sono dimostrate da anni e anni di contestazioni: il titolo
autorizzativo risale all’8 novembre 2017, e la prima diffida – su
segnalazione dei cittadini – è di appena di quattro mesi dopo: 1
marzo 2018. A questa ne sono seguite altre 4 o 5. Chiediamo, senza
volerci prendere in giro, se delle semplici incomprensioni di
comunicazione possono durare così a lungo… Sono un fatto e non
un’opinione anche le continue segnalazioni di disagio da parte della
popolazione in merito alla persistenza di odori e rumori provenienti
dall’impianto.
L’udienza che dovrà decidere sulla sospensiva è fissata per il
giorno 8 aprile. Sarebbe bene che anche il Comune si costituisse in
giudizio (cosa che finora non ha fatto), dal momento che è proprio
dagli uffici dell’Ambiente del Comune di Verona che partirono le
prime contestazioni. La Provincia al tempo era silente. Oggi un
ribaltamento di ruoli, con la Provincia in ruolo pro-attivo e un
Comune silente e menefreghista, non farebbe il bene del territorio.
Palazzo Barbieri e i Palazzi Scaligeri siano uniti nel porre fine a
questo disagio per il territorio di Montorio.