BLOCCO NOKAT: I DISAGI AI CITTADINI SONO CREATI DALLE AMMINISTRAZIONI INCAPACI

E’ vero che non si può chiedere ai cittadini di cambiare l’auto solo per affrontare le misure invernali antismog. Altrettanto intollerabile però è che ogni anno il Comune si aggrappi al blocco della circolazione delle auto più inquinanti come ultima spiaggia nella lotta allo smog.
E’ stato spiegato ormai in tutte le salse che i blocchi della circolazione hanno un senso, e anche una efficacia, se accompagnati da una riforma generale del sistema delle mobilità, da noi interamente o quasi incentrato sull’auto, e da un piano di risanamento dell’aria.
Venir fuori ad ottobre per dire che non servono a niente quando nel resto dell’anno non si è presa nessun’altra decisione significativa in merito significa prendere in giro gli stessi cittadini che si dice di voler tutelare perché questi nel frattempo si ammalano sempre di più.
Anche in quest’anno particolarmente piovoso i superamenti dei limiti di polveri sottili hanno già raggiunto i 24 giorni, l’ultimo proprio ieri che ha fatto scattare l’allarme anche nella centralina al Giarol Grande.
La realtà amministrativa è che i Comuni ricorrono al blocco solo per poter dimostrare di aver fatto qualcosa evitando così le sanzioni dell’Europa che in passato hanno già colpito il Veneto, mentre restano inattuate decine di altre misure che essi stessi si sono dati.
Che fine ha fatto, ad esempio, l’attuazione del Piano di risanamento dell’aria approvato nel 2012 quando Sboarina era assessore all’ambiente? Esso prevedeva una sfilza di misure rimaste in gran parte lettera morta. A parte il bike sharing (attuato) e il car sharing (attuato e poi defunto) il piano prevedeva anche l’allargamento della Ztl, il city logistic, trasporti collettivi per bambini che vanno a scuola, parcheggi scambiatori, la promozione del trasporto pubblico locale, bus a chiamata, car-pooling, accordi con ferrovie, autostrade e grandi attrattori di traffico (attrattori di cui Tosi e Sboarina allora negavano l’esistenza). Tutto rimasto lettera morta. Si spendono i soldi per studiare e fare piani che poi non vengono attuati. Il Piano di risanamento dell’aria firmato Tosi-Sboarina attestava che su 1,91 chilogrammi di polveri per abitante emesse ogni anno, ben 0,90 Kg/ab/anno era dovuto al traffico. Dunque i disagi ai cittadini non vengono creati dalle regole antismog ma dalle amministrazioni incapaci e menefreghiste.

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