RENDICONTO 2017, UN ALTRO BILANCIO ELETTORALISTICO

Rispetto alle previsioni iniziali, le entrate in conto capitale (cioè da investimenti) sono passate dai 113 milioni preventivati a 15 milioni accertati, mentre le spese in conto capitale sono passate da 119 milioni a 17 milioni. Queste discrepanze tra previsioni e realtà di cassa mettono in chiaro che anche quello del 2017 è stato un bilancio elettorale. Il guaio è che da anni i bilanci sono scritti tutto nello stesso modo, praticamente sulla sabbia, soltanto per suscitare le speranze dei cittadini che poi restano puntualmente delusi.
La realtà vede un progressivo aumento delle entrate tributarie (+ 5 milioni, da 203 a 208 milioni) con un aumento delle entrate per Imu e Ici.
La questione più seria da affrontare, se vogliamo uscire da questo circolo vizioso di promesse al vento, riguarda i vincoli di bilancio: da una parte l’amministrazione deve studiare le possibilità di spendere una parte dell’avanzo di cassa in quei settori in cui la normativa statale apre degli spiragli, ad esempio nel campo dell’adeguamento sismico, della prevenzione rischio idrogeologico e del recupero dei siti inquinati. Dall’altra parte i parlamentari veronesi dovrebbero lavorare per consentire ai Comuni in regola con i conti di spendere l’avanzo di cassa in progetti di comprovata utilità sociale, ad esempio nel campo delle riqualificazione ambientale, dell’efficientamento energetico e su progettualità di carattere sociale.

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