LICENZIAMENTO MOTTA: RIPRISTINATA LEGALITÀ O REGOLATI I CONTI?

Premesso che il sottoscritto è stato il primo a sollevare il problema dell’anomala assunzione del direttore generale Agec, risultato di una selezione bandita ma mai portata a termine con il confronto delle candidature, mi domando se la votazione di ieri del cda Agec sia stata frutto di una visione aziendale o soltanto l’esito di una faida interna al centrodestra.
Quando posi la questione due anni fa nessuno tra i novelli Savonarola leghisti di oggi proferì parola, per il semplice fatto che allora erano amici di Tosi e di Motta, mentre adesso li vediamo in prima linea nella battaglia per la legalità, mostrando tra l’altro una vistosa spaccatura politica con una parte della loro coalizione.
Altra fonte di perplessità riguarda la valutazione (mai fatta) sull’opportunità di lasciare Motta terminare il suo mandato, ormai in scadenza, anziché avventurarsi in una lunga battaglia legale. La causa per dimostrare la nullità dell’assunzione ci costerà di più o di meno degli stipendi che Motta avrebbe percepito fino alla scadenza dell’incarico?
Non da ultimo: che cosa cambierà senza Motta? Riprenderanno gli investimenti in edilizia pubblica popolare? Verranno sistemate le case pubbliche che cadono a pezzi? L’azienda verrà alleviata dal macigno del mutuo per l’acquisizione delle farmacie che l’amministrazione Tosi 1 le affibbiò e che da anni ne paralizza l’operatività? Cambierà qualcosa nel metodo di assegnazione del servizio di mensa scolastica, ormai anch’esso in scadenza? Tutti interrogativi che rimangono sul tavolo poiché mai discussi. La stessa fine hanno fatto anche tutti gli approfondimenti richiesti dal rappresentante delle minoranze Anita Viviani la quale ha fatto bene a non partecipare al voto lasciando che i difensori della legalità a corrente alternata se la sbrigassero da soli.

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