TRASPORTO PUBBLICO: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

Se non fossero presenti politici come Pastorello che bazzicano la Provincia da 30 anni verrebbe da parlare di dilettanti allo sbaraglio: basta leggere la risposta dell’Art (Autorità regolazione dei trasporti) per rendersi conto che il quesito posto dal Presidente della Provincia di Verona e dal Consigliere delegato ai Trasporti sulla possibilità del bando unico non è stato nemmeno preso in considerazione, in quanto, come scrive l’autorità, “Le motivazioni addotte, ovvero la presenza di esperienza di lotto unico in altre Province e l’assenza di controindicazioni di carattere economico per cui sarebbe garantita la partecipazione di più offerenti RISULTANO GENERICHE E MANCHEVOLI DI EVIDENZE TECNICHE A SUPPORTO”. Tradotto: sono chiacchiere da bar su cui un’autorità seria come la nostra non perde del tempo.

Se Pastorello e Pressi avessero creduto nella funzione irrinunciabile del trasporto pubblico locale avrebbero fatto preparare una bella relazione sui vantaggi economici e sul miglioramento del servizio ottenuti grazie all’unificazione aziendale; sulle nuove politiche tariffarie; avrebbero snocciolato dati e cifre magnificando le sorti progressive dell’azienda unica.

Non a caso il comma 4 dell’articolo 48 del decreto legge 50 del 24 aprile 2017, attorno cui ruota tutta la diatriba, dice testualmente che “con l’obiettivo di promuovere la più ampia partecipazione, gli enti articolano i bacini di mobilità in più lotti […] tenuto conto delle caratteristiche della domanda e SALVO ECCEZIONI MOTIVATE DA ECONOMIE DI SCALA PROPRIE DI CIASCUNA MODALITÀ E DA ALTRE RAGIONI DI EFFICIENZA ECONOMICA, NONCHÉ RELATIVE ALLA SPECIFICITÀ TERRITORIALE DELL’AREA”

Nel quesito inoltrato dalla Provincia la questione è stata invece presentata come una mera obiezione sorta in Consiglio provinciale. Troppo poco perché l’autorità articolasse un parere. Difatti si è espressa soltanto sugli atti concreti, cioè il bando doppio, ritenendolo formalmente corretto.

Se Pastorello e Pressi non hanno fatto nulla di tutto questo il motivo è semplicissimo: a loro del trasporto pubblico non interessa un tubo. L’unico scopo del quesito era lavarsi la coscienza e costruirsi un alibi politico per una decisione che potrà pesare parecchio sul destino del servizio creando grossi disagi ai cittadini. I veronesi lo tengano a mente.

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