Arsenale: svelata finalmente la strategia della giunta Il pericolo è che il compendio rimanga a secco di risorse

I nuovi documenti acquisiti confermano, finalmente nero su bianco, la volontà della nuova giunta Sboarina di revocare la delibera consigliare che, sotto l’amministrazione Tosi, aveva sancito la pubblica utilità del project financing. Le argomentazioni sono piuttosto tecniche e ricalcano sostanzialmente quanto sottolineiamo da anni in merito alla convenzione del project che blinda gli interessi del privato promotore ma lascia troppa incertezza sugli imprevisti a carico del Comune.

Il più grande dei pericoli riguarda il buon esito della bonifica, che il concessionario si impegna a pagare solo fino ad una certa quota, oltre la quale dovrebbe intervenire il Comune. Ci sono poi il rischio archeologico e quello bellico in merito a possibili ritrovamenti di ordigni, che la convenzione mette sempre a carico dei cittadini veronesi. Ciò rende impossibile valutare il rapporto costi/benefici di questo project, visto e considerato che la contaminazione dei terreni e della falda sono un fatto accertato.

In secondo luogo la giunta si sofferma sul fatto che sarebbe in ogni caso impossibile completare i passaggi burocratici previsti dal project (con la presentazione del progetto esecutivo) entro la fine dell’anno, ragion per cui una variazione di bilancio si renderà comunque necessaria al fine di salvare i 14,5 milioni di euro del contributo comunale dalle grinfie del Patto di Stabilità che altrimenti li renderebbe inutilizzabili.

La giunta stima che nella peggiore (pardon, migliore) delle ipotesi – ossia contemplando la possibilità di un controricorso al Consiglio di Stato – la controversia aperta dal Comitato dei cittadini davanti al Tar non si chiuderebbe prima della metà del 2018. Il piano, dunque, è di operare, entro la fine dell’anno in corso, una variazione di bilancio per riassegnare i 14,5 milioni di euro del contributo comunale alla sistemazione dell’anfiteatro Arena e alla sistemazione delle strade della città per poi valutare l’anno prossimo il da farsi.

Si tratta, insomma, di un dirottamento momentaneo delle risorse destinato a diventare… definitivo. Questa strategia ha il grave difetto di cancellare ogni previsione di investimento pubblico sull’Arsenale. Sarà dunque mia cura trovare una formula (magari una mozione collegata alla delibera di revoca della pubblica utilità) per vincolare i fondi a favore della necessaria ristrutturazione che, naturalmente, questa volta dovrà prevedere la destinazione pubblica degli spazi.

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