Filobus di Verona nel mirino della Corte dei Conti

Il sistema filoviario di Verona è nella black list della Sezione Centrale di Controllo della Corte dei Corti che ha avviato un monitoraggio sullo “Stato di realizzazione dei sistemi di trasporto rapido di massa a guida vincolata e di tranvie veloci nelle aree urbane” pubblicato in data 29 marzo 2017.

“Dall’analisi dei dati relativi alle singole opere – si legge a pagina 45 del rapporto – si può evincere che 37 interventi sui 76 programmati sono ormai conclusi, altri sono in fase conclusiva e solo una parte limitata è in una fase iniziale vale a dire con una percentuale di realizzazione inferiore al 10 per cento (tramvia urbana di Verona, tramvia su gomma di Latina, nodo di interscambio di Napoli, metropolitana Giachery-Lolli di Palermo, potenziamento della linea 2 della metropolitana di Milano e metropolitana automatica leggera linea 2 di Torino)”.

Con una percentuale di realizzazione dichiarata di appena il 3%, Verona è fanalino di coda tra tutte le città che hanno chiesto finanziamenti per il trasporto pubblico rapido di massa. In particolare, assieme a Napoli e a Palermo, Verona è l’unica città a non aver ottenuto lo svincolo delle somme del contributo statale, evidenziando, scrive la Corte, “chiare difficoltà nell’attuazione degli interventi”.

Ecco le parole esatte della Corte: “Dalla contabilità si rileva che per le seguenti opere non sono state finora svincolate risorse a favore dei comuni beneficiari, evidenziando chiare difficoltà nell’attuazione degli interventi: tramvia urbana di Verona; nodo di interscambio Cilea tra le linee 1 e linea Circumflegrea Sepsa di Napoli; metroferrovia Giachery-Lolli di Palermo”.

Per questi motivi la Corte dei Conti iscrive la filovia veronese tra gli “interventi di maggiore criticità”.

Non è un bel sentire dopo tanti di attesa: le leggi che hanno finanziato il trasporto pubblico rapido di massa a Verona sono del 1992 e del 1998. Il primo progetto presentato dal Comune risale addirittura al 1999. Dopo mille tira e molla da parte del Comune, il Ministero aveva approvato un progetto in data 5 agosto 2014, ma ancora nei primi mesi del 2016 la filovia veronese rientrava “tra gli interventi per cui persistono criticità”. Ricordiamo che ad oggi, aprile 2017, manca ancora il progetto definitivo. Non si sa come e quando l’amministrazione intende concretamente risolvere i nodi viabilistici di via Mameli, via San Paolo, via Rosa Morando, via Pisano-viale Spolverini. Quale sarà la priorità accordata al nuovo mezzo rispetto al traffico privato. Né sappiamo quando e dove verranno costruiti i necessari parcheggi scambiatori senza i quali l’opera sarebbe del tutto inutile.

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