Traforo delle Torricelle: caso chiuso

È finita! L’autostrada in città non si farà!

Trascorsi i termini per la presentazione da parte del RTI delle controdeduzioni alle contestazioni da parte del Comune, venerdì scorso, 7 Aprile 2017, il RUP (responsabile unico del procedimento) del project financing Traforo delle Torricelle, con propria determina, ha dichiarato decaduta l’aggiudicazione della concessione al raggruppamento di imprese che fa capo a Technital e risalente al 6 marzo 2013 e di procedere all’escussione della cauzione provvisoria prestata.
A nove anni esatti dalla pubblicazione del primo “avviso indicativo” (9 aprile 2008) che diede inizio alla vicenda, abbiamo dunque una parola definitiva sulla telenovela che ha prima intrigato e poi annoiato i veronesi: il traforo non si farà, perché dopo tanti anni di tira e molla non è mai stato presentato un progetto sostenibile e bancabile, e perché il raggruppamento di imprese che si era impegnato a realizzarlo nel frattempo ha perso pezzi per strada perdendo i requisiti tecnici necessari.
Era già tutto scritto? Non proprio: se non fosse stato per la determinazione del Comitato dei cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle e di Michele Bertucco, che per tanti anni hanno scovato e studiato i documenti, proposto e attuato iniziative di contrasto con l’appoggio dei cittadini e delle forze di opposizione, molti rischi di impresa e di gestione sarebbero ricaduti sulle spalle del Comune, così come volevano le prime bozze di convenzione, con un’ipoteca di 50 anni sulle spalle dei veronesi.
Come nel caso della Pedemontana Veneta, il concessionario sarebbe allora riuscito forse a dare inizio ai lavori, la città sarebbe stata trascinata in un vortice micidiale di problemi che avrebbero arricchito il privato e dissanguato le casse comunali.
Ora invece è tutto chiaro, le responsabilità di questo gigantesco fallimento stanno tutte in chi ha illuso i veronesi facendo loro credere nella bontà di un progetto devastante e irrealizzabile, iniziando dal Sindaco Flavio Tosi. La lettura della dettagliata determina dirigenziale d’altra parte è in grado da sola di togliere ogni dubbio sulla effettiva mancanza dei presupposti perché il progetto andasse in porto.
Siamo profondamente soddisfatti per questo risultato: abbiamo fatto la cosa giusta. Questa nostra certezza viene rafforzata dalla constatazione dei disastri – oggi purtroppo sotto gli occhi di tutti – provocati dai molteplici project financing di cui la Pedemontana e la Brebemi sono i casi più eclatanti (l’85% dei project sul tavolo di Delrio sono, a suo dire, insostenibili). La nostra soddisfazione non può non essere condivisa da tutti se si considera che, mentre Zaia non sa come far fronte alla montagna di penalità che dovrebbe affrontare per bloccare i vari progetti insostenibili, il nostro RUP ora è in grado, al contrario, di presentare la richiesta di escutere la fidejussione.
Cosa succede ora? Succede che occorre rimettere insieme i cocci di 10 anni di politiche della mobilità folli riprendendo a lavorare ad un nuovo progetto di città al passo con gli standard europei: l’autostrada in città ha infatti bloccato tutta la programmazione viabilistica e sta bloccando il filobus in quando il progetto contiene uno dei parcheggi scambiatori indispensabili al nuovo mezzo.
Succederà, verosimilmente, che occorrerà ingaggiare una dura battaglia legale per entrare effettivamente in possesso del denaro della fideiussione da parte del Comune. Fra l’altro, sembrano confermati alcuni dubbi in merito alla società che ha prestato la fideiussione, dato che sia la determina del RUP che il sito della finanziaria riferiscono di un “diniego della Banca d’Italia all’autorizzazione all’iscrizione nell’albo di cui all’art. 106 TUB”, con convalida del TAR del Lazio del 10.03.2017.
Occorrerà sistemare i rapporti con gli espropriandi: si tratta di centinaia di persone che da anni hanno la casa o l’attività “sulle ruote” per colpa delle scelte bislacche di questo Sindaco e di questa amministrazione.
E che dire dei famigerati 53 milioni promessi dall’Autostrada A4? Sarebbero davvero i benvenuti, se il Presidente della Società riuscisse a portarli a casa!

In breve, occorre ripartire con un progetto di città costruito sulle necessità dei cittadini e non dei vari potentati e che guardi alle migliori esperienze europee e non all’interesse di pochi.

Condividi