EMERGENZA POLVERI: FERMIAMO SUBITO LE SPECULAZIONI STRUMENTALI E ADOTTIAMO PROVVEDIMENTI STRUTTURALI PER CONTINUARE A CONTENERLE

Se in questi giorni di stop forzato per una parte rilevante dei trasporti privati urbani non riscontriamo una scomparsa anche delle polveri sottili, il motivo, semplicissimo, è che queste particelle si accumulano, addensandosi, nell’aria, e sono capaci di restare in sospensione per giorni, anche per settimane, soprattutto in presenza di particolari condizioni meteo. E’ da tenere conto, poi, che il traffico urbano è stato ridotto ma quello autostradale continua. E’ dunque la stessa ragione che fa ritenere inefficaci i provvedimenti temporanei o a spot, dai blocchi del traffico alle targhe alterne. 

Si evitino perciò speculazioni su quella che è un’altra emergenza sanitaria conclamata, certamente meno virulenta de Coronavirus, ma capace di causare ogni anno, solo in Italia, circa 60 mila morti premature, come certificato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente. 

Recentemente Arpav ha calcolato che, a livello regionale, le due principali cause delle polveri sono il riscaldamento per il 34% e i trasporti su strada per il 32%. Si tratta però di proporzioni medie che in ambiti fortemente urbanizzati come nelle città fa lievitare di molto la componente legata ai trasporti. 

La drammatica crisi sanitaria in corso, che ci costringe a riconsiderare abitudini e priorità, individuali e collettive, dovrebbe pertanto essere occasione per introdurre misure strutturali per il contenimento della produzione di polveri sottili, il che non significa vivere tappati in casa ma usare i mezzi motorizzati privati con raziocinio privilegiando gli spostamenti con mezzi ecologici (tra cui purtroppo non rientrano i mezzi elettrici) e con il trasporto pubblico. Queste scelte individuali devono essere favorite da adeguate politiche che, a tutti i livelli, devono disincentivare l’uso dei mezzi inquinanti e potenziare piste ciclabili e trasporto pubblico. 

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