FAMIGLIA, IL SINDACO GIOCA CON LE PAROLE

Il Sindaco continua a giocare con le parole: non c’è nulla di male nel celebrare la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, il problema sta nella pretesa di esclusività che gli organizzatori del convegno di Verona – dunque anche il Comune che è coorganizzatore – vorrebbero conferire a tale modello. 

Si tratta di una pretesa antistorica, stante la grande varietà di configurazioni che presenta la nostra società: convivenze, unioni civili, persone che stanno insieme per necessità, famiglie monoparentali, persone (spesso anziane) sole, tante famiglie ciascuna con la propria dignità e i propri bisogni che né il Comune né lo Stato si possono permettere di disconoscere. 

Gli stessi Salvini e Meloni, che pretendono nientemeno che portare la parola del Papa a Verona, non rispondono ai canoni posti dagli organizzatori e sono pertanto gli ultimi a poter parlare a nome e per conto della famiglia naturale. 

Le pretese degli organizzatori del convegno di Verona si fanno inoltre minacciose e potenzialmente violente nel momento in cui mettono in relazione la denatalità dei paesi industrializzati come l’Italia con l’emancipazione e l’autodeterminazione della donna affermando la necessità o l’opportunità di un suo ritorno ai ruoli tradizionali. 

Su questo punto, e sula fobia nei confronti delle coppie omosessuali, convergono anche gruppi estremisti che seminano odio e violenza in città. 

Verona e Sinistra in Comune ritiene pertanto ingiusto che il Comune metta sul conto di tutti i veronesi oltre 100 mila euro che verranno spesi per questa kermesse finalizzata ad escludere e non ad includere, e parteciperà a tutte le iniziative e contromanifestazioni che faranno sentire la voce della Verona inclusiva, tollerante e solidale che mette al centro i bisogni delle persone e non le ideologie confessionali. 

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