TOSI HA RAGIONE: HO LA CITTÀ IN PUGNO MA I BROGLI MI HANNO FATTO PERDERE LE ELEZIONI

A star sentire Tosi a Verona sarebbero tutti succubi del sottoscritto; nella scorsa amministrazione accusava in questi termini il Pd, ora accusa negli stessi termini l’amministrazione Sboarina. Ma se davvero avessi questa diabolica capacità di persuasione, come si spiega che non sono io il Sindaco? Forse per colpa dei brogli elettorali? Mi impegno a chiedere il riconteggio delle schede non appena Tosi ammetterà di avere un’ossessione nei miei confronti.

Scherzi a parte, a Tosi non sfiora nemmeno il pensiero che tutti i pasticci da lui combinati negli ultimi 10 anni richiedono, per il bene della città e non di questo o quello schieramento politico, degli interventi risolutivi.

Non c’è da stupirsi, dunque, se su alcuni temi ci possano essere delle convergenze tra forze politiche diverse e se dal programma del sottoscritto – che da anni si occupa da vicino delle singole questioni amministrative – possano attingere anche altri.

Polemizzando sui due milioni della Cercola, Tosi e Caleffi danno ulteriore dimostrazione di concepire l’urbanistica come un mezzo per far soldi e il territorio come un bancomat. Per loro ogni proposta dei privati va bene purché arrivino in cassa dei soldi, sebbene, come abbiamo visto in passato con tanto di sentenze della magistratura, possa accadere che parte del denaro prenda la strada delle tasche private in luogo di quella delle casse pubbliche.

Di tutto questo i veronesi si sono stufati, Verona vuole essere una città ordinata e vivibile. Ma se i risultati ottenuti alle elezioni non hanno ancora convinto l’ex Sindaco, guardi allora i risultati mortificanti del Piano degli Interventi che ha costruito assieme all’ex vicesindaco Giacino: un fallimento clamoroso perché invece di curare la qualità dei progetti e i bisogni dei quartieri, badavano soltanto a far cassa con il territorio.

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