Fondazione Arena, quale normalità?

Starà alle scelte del Comune stabilire a che tipo di “normalità” è destinata a tornare la Fondazione Arena con la fine del commissariamento: se sarà la normalità del tirare a campare e del sistemare gli amici nei posti di vertice, “tanto a Verona i turisti vengono anche per i concerti pop e per il balcone di Giulietta”, oppure la normalità di una città che crede nel valore aggiunto della lirica e la promuove e la sostiene.

In questo senso la designazione del rappresentante della Regione nel futuro consiglio di indirizzo non fa ben sperare: a parte la fede leghista, non si capisce quali sarebbero le qualità che fanno di Gabriele Maestrelli, ex sindaco di San Pietro In Cariano, di professione analista finanziario, l’uomo giusto per la Fondazione Arena.

Saprà il Sindaco resistere alle pressioni dei vari Tosi, Casali e Valdegamberi che non vogliono la riconferma di Polo a Sovrintendente? Temiamo che a fronte dei diktat dei capibastone il Sindaco dimenticherà in un lampo ciò che il commissario, con la fiducia e il sacrificio dei lavoratori, ha fatto per risollevare le sorti della Fondazione Arena dopo che Tosi e Girondini l’avevano affossata ed erano pronti a portare i libri contabili in tribunale.

Affinché la fine del commissariamento sia un punto di svolta occorre un segno di discontinuità rispetto alle vecchie logiche spartitorie. Se ci sarà un nuovo sovrintendente, questi dovrà essere selezionato con bando pubblico. Se il Comune ha intenzione di sostenere la Fondazione, deve stanziare in suo favore più fondi; fare chiarezza sul sistema dell’extralirica e sfoltire e rendere produttivo l’attuale management della Fondazione.

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