UNA CITTA’ SICURA CHE INCLUDE

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UNA CITTA’ SICURA CHE INCLUDE, PROMUOVE LA PARTECIPAZIONE DELLE CITTADINE E DEI CITTADINI E CONTRASTA L’ILLEGALITA’ CRIMINALE E MAFIOSA

Il tema della sicurezza è sempre più all’ordine del giorno. Vivere e sentirsi sicuri nelle proprie case e nella propria città è un diritto di tutti i cittadini. Garantire la sicurezza è un compito primario delle istituzioni e delle forze di Polizia, le uniche legittimate all’uso della forza, così come stabilito dalla Costituzione.

Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti a livello globale. La finanza domina sulla politica e l’economia, la disoccupazione aumenta, il lavoro si è precarizzato, il terrorismo colpisce anche Paesi europei, le guerre e la fame obbligano migliaia di persone a lasciare i loro paesi e a mettere la loro vita nella mani di cinici e spietati trafficanti di uomini, anche perché i paesi dell’Unione Europea si sono dimostrati sinora incapaci di promuovere una politica condivisa di governo e di controllo dei flussi migratori.

Tutto questo produce paura e rabbia, sentimenti che devono essere compresi e superati. Non basta invitare a non aver paura o minimizzare il problema. Servono soluzioni concrete che vanno ricercate in modo condiviso, garantendo un adeguato e costante dialogo con la cittadinanza, favorendo la collaborazione del Comune con la Prefettura e la Questura, nonché con tutte quelle realtà associative e produttive che costituiscono una risorsa preziosa per la nostra città. La sicurezza, infatti, si garantisce promuovendo collaborazione tra diversi soggetti, attuando politiche di inclusione, favorendo la partecipazione della cittadinanza alla vita pubblica e contrastando l’illegalità criminale e mafiosa presente anche nel nostro territorio.

L’Italia e Verona, secondo le più recenti statistiche ufficiali sono, rispettivamente, uno dei Paesi e delle città più sicuri al mondo. Il problema consiste nel fatto che i cittadini, al contrario, percepiscono la loro esistenza insicura. Tutto questo è conseguenza non solo di un certo modo di fare informazione, ma anche del fatto che alcune forze politiche hanno deciso di utilizzare la paura e la rabbia come strumenti per raccogliere consenso, enfatizzando singole situazioni e un certo tipo di linguaggio e proponendo soluzioni che, è dimostrato, non risolvono i problemi ma, al contrario, rischiano di innescare una spirale perversa in cui la paura e il senso di insicurezza aumentano.

Le forme di criminalità che colpiscono le persone in modo diretto o nelle loro abitazioni sono le più odiose ed esse vanno condannate e sanzionate senza alcuna esitazione. Tuttavia, con altrettanta forza, dobbiamo respingere l’idea che la nostra sicurezza si fondi esclusivamente sul rinchiuderci in case sempre più fortificate, sull’incremento indiscriminato dell’uso della tecnologia, anche a scapito della nostra privacy, sulla militarizzazione del territorio, sull’esclusione dalle nostre comunità di tutti coloro che giungono da altri territori, senza preoccuparci di distinguere chi rispetta le regole e contribuisce a portare sviluppo e ricchezza da chi, al contrario, opera nella direzione opposta.

Verona e la sua provincia, oltre che della criminalità diffusa, devono preoccuparsi di prevenire e contrastare anche la corruzione e la presenza della criminalità mafiosa, due fenomeni che minacciano seriamente la nostra economia, la qualità della nostra politica e che, se non affrontate tempestivamente, diventeranno sempre di più un serio e concreto pericolo anche per la qualità e la sicurezza e della nostra vita quotidiana. Negare e sottovalutare questa situazione è sbagliato. Lo dimostrano alcune recenti inchieste della Magistratura e della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, le dieci interdittive antimafia emesse dal Prefetto di Verona nell’ultimo anno e mezzo nei confronti di imprenditori operanti nei settori dell’edilizia, dei trasporti e del turismo, la presenza di beni e aziende confiscate, una serie di incendi dolosi che hanno colpito alcune aziende. Tutti questi sono segnali concreti e preoccupanti che non possono e non devono lasciarci indifferenti.

A nostro parere, il primo e più efficace modo per combattere la criminalità a tutti i livelli è quello di prevenirla e per fare ciò serve, prima di tutto, un serio lavoro di informazione e di conoscenza, accompagnato da un’efficace azione amministrativa, fondata sul più rigoroso rispetto delle leggi vigenti, sulla massima trasparenza dei procedimenti, favorendo la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. L’azione di promozione della cittadinanza responsabile è dimostrato che agisce in profondità e previene il manifestarsi dei fenomeni criminali. Dalle intercettazioni telefoniche emerse da alcune indagini, si evince come corrotti e mafiosi si tengano lontani dalle comunità e dalle Amministrazioni locali sensibili, vigili e partecipi e preferiscano insediarsi laddove si ritiene che la soglia di attenzione e di vigilanza sia più bassa o, addirittura, assente.

La sicurezza si costruisce rendendo maggiormente vivibile il territorio per i cittadini, sottraendo spazi ai criminali. Tutto questo significa che l’Amministrazione comunale deve preoccuparsi di costruire e di mantenere una città pulita, illuminata, con un sviluppo urbanistico ordinato. Vanno valorizzati tutti quegli spazi esistenti e, laddove assenti, vanno realizzati luoghi che permettono alle cittadine e ai cittadini di incontrarsi e alle bambine e ai bambini di giocare. Sia in centro che nei quartieri. È dimostrato, anche dalle Forze di Polizia, che una città che favorisce la vita sociale è una città meno vulnerabile.

Per questa ragione, noi pensiamo che sia necessario agire in rete anche con altri enti locali e con la Regione Veneto che nel 2012 ha approvato all’unanimità una legge ad hoc contro la criminalità organizzata e mafiosa e contro la corruzione – Legge n. 48 – e ha deliberato di aderire ad Avviso Pubblico, l’associazione nazionale di Regioni e Comuni contro le mafie. Il Comune di Verona deve fare altrettanto, non solo aderendo ad Avviso Pubblico, ma anche adottando, come tanti altri comuni in Italia, la Carta di Avviso Pubblico, un codice etico di comportamento per gli amministratori che intendono declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della nostra Costituzione. Ovviamente l’adesione comporta la messa in opera di azioni conseguenti.

Analogamente, il Comune dovrebbe sostenere il ruolo di Libera, un’associazione di associazioni che da più di 20 anni, a livello nazionale e locale, svolge un grande lavoro di prevenzione e di contrasto delle mafie con progetti e attività che coinvolgono le scuole e, più in generale, i giovani.

L’azione di prevenzione non esclude affatto, anzi, viaggia contemporaneamente con quella di contrasto e di repressione svolta dalle Forze di Polizia. Il Comune non può sostituirsi alle Forze di Polizia, ma può sostenere la loro azione in vari modi. Innanzitutto garantendo una maggiore presenza di agenti di Polizia Municipale sul territorio e, dall’altra parte, professionalizzando sempre di più il loro ruolo sfruttando immediatamente le iniziative formative e di aggiornamento promosse dalla Regione Veneto e tese a diffondere delle buone pratiche efficaci nel prevenire e contrastare la criminalità comune, organizzata e mafiosa.

Il Comune deve garantire la presenza di un presidio di polizia locale nei quartieri e nei luoghi a maggior rischio. Può assumere su di sé, almeno in via sperimentale, una serie di procedure burocratico-amministrative che sollevino le Forze di Polizia da compiti di ufficio e ne consentano un più efficace impiego sul territori. Può e deve collaborare con la Magistratura, la Prefettura e la Questura, le associazioni di categoria, il mondo delle libere professioni e del lavoro, nel compito di prevenire e combattere le infiltrazioni criminali e mafiose segnalando tempestivamente ogni fatto che possa indurre sospetto e lasciando che siano le autorità preposte a sviluppare le indagini e le iniziative conseguenti.

Contro la corruzione il Comune non deve limitarsi all’applicazione rigorosa delle leggi vigenti, ma deve sviluppare anche iniziative autonome, come, ad esempio, la creazione di una struttura ad hoc per vigilare su tutto il sistema degli appalti pubblici, così come realizzato da altri Comuni italiani. Può e deve proporre iniziative culturali, anche in collaborazione con le scuole e l’università, che aiutino la popolazione a comprendere meglio il problema, a diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, a mettere in atto quelle pratiche di prevenzione e vigilanza che si dimostrano sempre più necessarie ed efficaci. Il Comune di Verona deve prendere adeguate iniziative per prevenire e combattere le crescenti forme di ludopatia legate anche alla proliferazione delle sale gioco, che vanno rigorosamente regolamentate. Il Comune, infine, può collaborare con il gruppo di e-Crime, della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, che sta sviluppando ricerche e pratiche particolarmente innovative ed efficaci in materia di sicurezza urbana. In particolare, un progetto europeo coordinato dall’Università degli Studi di Trento – eSecurity – ha dimostrato che i dati sulla criminalità uniti ad altri provenienti dalla città intelligente raccolti per finalità differente dalla gestione della sicurezza (meteo, traffico, parcheggi, ad esempio) e a quelli sulle sensazioni dei cittadini aiutano a prevenire le future concentrazioni di criminalità nello spazio e nel tempo e anche a generare conoscenza e informazioni a supporto di una gestione efficace e efficiente degli interventi e delle politiche amministrative di sicurezza urbana. Un sistema informativo intelligente in tempo reale sulla sicurezza è strumento essenziale non solo per rendere più incisiva e meno costosa l’azione delle forze di polizia contro la criminalità in città, ma anche per realizzare un tavolo di lavoro sulla sicurezza che abbia il centro nell’azione del comune. Nel sistema possono confluire anche tutti i dati della polizia locale.

La nostra proposta è che per realizzare concretamente quanto sopra esposto, il Comune si doti di una struttura specifica che sia assegnata alla responsabilità diretta di un assessore in stretta collaborazione con il Sindaco e che sia composta da persone di comprovata competenza, a partire da quelle già operanti all’interno dell’Amministrazione

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