UNA CITTA’ CHE INVESTE SULLA QUALITA’ DELL’ AMBIENTE, DELLA SALUTE , DEL TERRITORIO E DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE

La prima cosa da fare per il governo del territorio di Verona è quello di una completa revisione del Piano di Assetto del Territorio e del Piano degli Interventi che, oltre a ribadire il concetto di città compatta e di applicarlo senza sfrangiamenti, dovrà unire il piano urbanistico ad altri interventi di settore, i quali non vanno affrontati in maniera separata. Ad esempio, Il Piano Energetico Comunale e i successivi adempimenti che fanno seguito al “Patto dei Sindaci” della UE, il Piano per la Qualità dell’Aria, il Piano Urbano della Mobilità, il Piano per il Trasporto Pubblico Locale. Tali piani non dovranno essere visti come degli adempimenti imposti dall’alto, ma come delle opportunità per rendere la città vivibile e senza sprechi. La priorità dovrà essere la manutenzione ordinaria della città che va fatta in modo sistematico e programmato e non caotico con sovrapposizioni che creano danno e disagi ai cittadini.
Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso le seguenti azioni:
• coinvolgimento e condivisione con le associazioni dei progetti al fine da garantire una gestione integrata della qualità ambientale, culturale e paesaggistica della città;
• recupero e riqualificazione della città esistente;
• politiche per il risparmio delle risorse idriche, del suolo e di tutela del sistema idrogeologico;
• politiche per la tutela della biodiversità;
• valorizzazione dei parchi urbani anche attraverso la loro fruizione per un turismo sostenibile;
• tutela dei centri storici di antica origine delle frazioni con il mantenimento della rete commerciale storica (negozi di vicinato) e l’istituzione di zone pedonali;
• incentivazione delle politiche ambientali negli enti partecipati (AMIA – AGSM – AGEC in primo luogo);
• valorizzazione e imitazione delle buone pratiche messe in atto in altre realtà amministrative (Comuni Virtuosi, Comuni che aderiscono al “Patto dei Sindaci”, Comuni “Ricicloni”).

 

Va realizzato un sistema di parchi collegati tra loro identificabili nella cintura urbana attorno a Verona, una ‘green belt’ che dovrebbe essere il naturale collegamento del sistema dei forti Austriaci ora sotto utilizzati (come Forte Gisella), in degrado (come Forte Tomba) o da restaurare (come Forte S. Sofia). Al centro di questo sistema si dovrà realizzare un grande sistema verde nell’area dello scalo merci ferroviario, il cosiddetto ‘Parco dello Scalo’ per riprendere il progetto promosso dai comitati (Comitato di Verona Sud) e dalle associazioni indipendenti come VeronaPolis. Tale progetto è molto ambizioso, perché insiste in un’area a oggi sotto utilizzata di proprietà di RFI. Per la sua collocazione strategica tale opera porterebbe giovamento ai cittadini dei quartieri limitrofi (S. Lucia, Golosine, B.go Roma, Stadio, B.go Milano), ma anche al centro storico, visto che al parco si potrebbe accedere direttamente dalla Stazione ferroviaria di P.ta Nuova favorendo la visita da parte di turisti in visita alla città.

 

Tutto questo può essere realizzato in vista della proposta candidatura di Verona come European Green Capital, nel 2019 o 2020 (l’attuale capitale europea verde è Lubiana) per avviare una riconversione ecologica dei modelli di consumo, energetici, della mobilità e dei trasporti, della città, del territorio e dei beni comuni. In sostanza proporre Verona come esempio di rigenerazione urbana in alternativa ad una città sfrangiata (non compatta) che parte dal non consumo di suolo e dalla valorizzazione ambientale economica (intesa come green) e sociale delle grandi aree ancora libere dall’edificazione (ex scalo merci, Spianà, area della Marangona) e dalle aree che si libereranno da una revisione del Piano degli Interventi. Un disegno unitario che comprenda il Parco delle Mura, della Collina Veronese e dei Parchi dell’Adige.

 

Si tratta di fare uscire Verona dal provincialismo e dal rischio di declino e proiettarla nel panorama Europeo.
Sarebbe l’occasione per comparare i parametri della nostra città in un panorama internazionale davvero competitivo.
Un obiettivo ambizioso che può attivare risorse inaspettate con risvolti, peraltro, anche di carattere turistico, economico e occupazionale. Si aprirebbe così una prospettiva di medio-lungo termine con una visione strategica e uno sguardo al futuro.
La proposta tiene conto degli obiettivi dell’Unione Europea in materia di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, obiettivi che devono essere sempre più ambiziosi per garantire la piena transizione verso un’economia circolare. La progressiva eliminazione del collocamento in discarica dei rifiuti rappresenta uno degli strumenti fondamentali per sostenere questa transizione. Occorre una nuova politica di gestione dei rifiuti che passa attraverso l’adozione della strategia “rifiuti zero”.
Noi proponiamo di iniziare con urgenza il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema e, lungo questo percorso, le tecnologie tradizionali per lo smaltimento (discariche e inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale, mentre, acquisteranno centralità, le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime e seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione per poter aprire nuove opportunità e possibilità per riportare a nuova vita la materia recuperata.
In questo quadro sinteticamente si possono indicare i seguenti obiettivi:
• ribadire la nostro contrarietà all’inceneritore a Cà del Bue e il nostro consenso a impianti per il recupero di materie prime e seconde;

• proporre modifiche al Piano regionale dei Rifiuti;

• portare la raccolta differenziata all’80% entro il 2020
• incentivare i mercatini per il riuso e riciclo anche sperimentando soluzioni in atto in alcune città del Nord Europa dove hanno rappresentato non solo modalità per recuperare oggetti utili, ma anche per impiegare in progetti di utilità sociale persone in condizione di disagio.

 

Verona, a causa di eventi atmosferici o fieristici o sportivi o di intrattenimento, assume la caratteristica di una città caotica. Questo è il risultato di una città che non ha saputo organizzare al meglio il sistema della mobilità e pianificare con strumenti adeguati una mobilità ambientalmente sostenibile capace di governare anche i consistenti flussi turistici. Risulta strategico per lo sviluppo di Verona ridefinire come intervento prioritario il Piano Generale del Trasporto Urbano unitamente al Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), che tenga conto di tutte le modalità di spostamento delle persone all’interno dell’area urbana: pedonale, ciclabile, collettiva, traffico privato, ferroviario e di collegamento aeroportuale. Tale prospettiva nasce dalla necessità di innescare un circolo virtuoso che accresca l’offerta di servizi integrati per chi si muove in città, riducendo la dipendenza dall’auto come mezzo di trasporto e aumentando con questo la competitività degli altri modi. Porre le condizioni per migliorare l’accessibilità alla città, riducendo il traffico veicolare e il numero di auto presenti sul suolo pubblico, significa anche dare un contributo decisivo al miglioramento dell’ambiente urbano, riducendo inquinamento atmosferico e rumore, recuperando la fruibilità degli spazi pubblici, valorizzando, anche economicamente, il patrimonio storico e architettonico della città.
Rispetto ai precedenti strumenti di pianificazione strategica il PUMS assume una connotazione più specifica e fondamentale per una stretta correlazione con gli strumenti di pianificazione urbanistica (PAT e PI) e della mobilità.
Il Piano deve essere sostenibile sia economicamente che dal punto di vista ambientale e deve salvaguardare la salute dei cittadini e prevedere una riduzione del trasporto privato.

 

LE NOSTRE PROPOSTE

• aumentare la quota di mobilità urbana servita dal trasporto pubblico locale e contrastare le gravi compromissioni territoriali, paesaggistiche e sociali del progetto Tav;

• reimpostare l’assetto infrastrutturale metropolitano sull’intermodalità ferro – gomma -t rasporto pubblico locale servendosi della linea ferroviaria storica per il trasporto pubblico anche con l’aggiunta di nuove fermate in ambito urbano e suburbano;

• completare e rendere più efficace e fruibile il sistema infrastrutturale per la mobilità automobilistica privata, superando definitivamente il Passante Nord (Traforo delle Torricelle) e usando piuttosto i finanziamenti della Società Autostrade per attuare la variante alla Statale 12, completare l’innesto della Statale 434 fino a Basso Acquar e sistemare in modo adeguato la strada provinciale 6;

• aumentare la mobilità ciclopedonale qualificando la messa in sicurezza dei percorsi attraverso l’estensione della rete ciclabile dedicata, il miglioramento della sua interconnessione, la realizzazione di parcheggi sicuri, l’organizzazione dell’intermodalità anche con la redazione di un piano straordinario delle ciclabili;

• aumentare la pedonalizzazione e le ZTL, le zone 30 nei quartieri, la messa in sicurezza degli itinerari ciclabili e pedonali e degli attraversamenti;

• intervenire per la realizzazione di una modalità di trasporto ferroviario verso l’aeroporto finanziando il progetto già esistente di collegamento metropolitano di superficie Verona-Aeroporto-Mantova.

 

In questo senso diventa strategico il ruolo del Comune di Verona nella attuazione del Piano di azione e risanamento della qualità dell’aria, che vede la partecipazione di 18 Comuni dell’area metropolitana con l’obiettivo di giungere ad una programmazione omogenea e condivisa e ad azioni coordinate per affrontare in modo più efficace il problema dell’inquinamento atmosferico.
Le azioni per affrontare con la dovuta efficacia una criticità di così ampia portata non possono che partire dalla riduzione dell’utilizzo del mezzo privato, come già indicato negli interventi da mettere in campo per una mobilità sostenibile.
Tra essi, alcuni risultano particolarmente rilevanti e urgenti, ovvero:

• riammodernare il parco autobus con la progressiva e programmata sostituzione dei mezzi più inquinanti;

• favorire l’utilizzo di automobili che utilizzano sistemi di alimentazione meno inquinanti e prepararsi per tempo al servizio delle vetture elettriche;

• mettere in atto tutte le iniziative necessarie a ridurre l’inquinamento acustico e ambientale della quota di traffico automobilistico;

• ampliare la ZTL a tutto l’ambito della Cinta Muraria e creare zone 30 (vel. max 30 km/h) in tutto l’ambito urbano con esclusione della sola viabilità principale;

• ampliare o costituire ex novo aree pedonali nel centro storico e nei quartieri;

• implementare il Piano della ciclabilità con la realizzazione di nuove piste;

• favorire la trasformazione delle caldaie di riscaldamento private con l’utilizzo di sistemi meno inquinanti;

• attivare analisi e studi per prendere eventualmente in considerazione l’introduzione della “congestion charge” nell’area del centro storico all’interno della Cinta Muraria, con l’imperativo che gli introiti vengano reinvestiti nel trasporto pubblico locale.

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