CONSUMO DI SUOLO, VENETO E VERONA SEMPRE IN TESTA E I CITTADINI NE PAGANO LE CONSEGUENZE

Il rapporto Ispra sul consumo del suolo 2020 smentisce completamente quanto raccontato dai rispettivi assessori, sia a livello regionale che comunale, rispetto all’impegno per la preservazione dell’ambiente e per il miglioramento della qualità di vita della popolazione. Il Veneto resta infatti in testa alla classifica per consumo di suolo a livello regionale mentre il Comune di Verona con 5.651 ettari consumati al 2019, è secondo, nella nostra regione, solo a Venezia.

Altro che “impegno per il consumo zero di suolo” come affermava trionfante qualche anno fa Zaia, dopo l’approvazione regionale della legge-colabrodo!
Il Veneto, con 785 ettari cementificati nel 2019, è la regione d’Italia che ha consumato più suolo (anche se un po’ meno del 2018). E’ seguita dalla Lombardia (con 642 ettari), dalla Puglia (625 ettari), dalla Sicilia (611 ettari) e dall’Emilia-Romagna (404 ettari). Il punto politico è dunque presto detto: la Legge regionale sul Consumo di suolo non funziona, mentre il Comune di Verona è andato nella direzione sbagliata con la Variante 23 e continua a camminare lungo la strada sbagliata con la Variante 29.

A fare le spese di questa politica, che sacrifica il bene al profitto di pochi, continuando a costruire case e negozi dove non servono, sono i cittadini, sempre più esposti agli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici che questa continua e pervasiva impermeabilizzazione del suolo non fa altro che accentuare.

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