VARIANTE 29: E I BENEFICI PER I QUARTIERI SUD?

Tutta la poesia, le belle parole, gli inglesismi sulla partecipazione e il recupero del patrimonio edilizio che hanno infarcito la presentazione di stamane della Variante 29 al Piano degli Interventi sono sprecate per tre semplici motivi:

1. La Variante 29 è un atto dovuto, pena l’impossibilità di promuovere altre varianti, dal momento che il Comune di Verona deve ancora recepire le previsioni della Legge Regione sul Consumo di suolo, che è del 2017. La scelta di recuperare il patrimonio edilizio esistente in luogo di costruire ex novo non è dunque una gentile concessione dell’amministrazione Sboarina ma una prescrizione di legge. Il Comune poi recepisce la normativa con notevole ritardo, e questo significa che, finché ha potuto, segnatamente attraverso la Variante 23, ha continuato a consumare suolo.

2. Si parla di riqualificazione urbana ma di questa nuova variante né Segala né Sboarina sono in grado di nominare una sola opera pubblica che andrà a migliorare la qualità della vita dei quartieri. Come abbiamo già dimostrato esaminando gli atti propedeutici, a farla da padrone saranno le destinazioni direzionali e commerciali di medio-piccola dimensione.

3. Non c’è alcuna partecipazione o concertazione: sono i privati che dettano le linee di riqualificazione, secondo i propri interessi legittimi, e il Comune, privo di idee e di visione, che recepisce supinamente tali previsioni. La Variante si fonda infatti su accordi pubblico-privati che porteranno nuove aree direzionali e commerciali e dunque nuovo traffico a Verona Sud.

Consumo di suolo o no, siamo ancora fermi ad una concezione dell’urbanistica come messa a profitto del territorio sulla pelle dei quartieri che si dovranno accontentare delle briciole di qualche metro di ciclabile o qualche aiuola.

Condividi