AMPLIAMENTO DISCARICA CÀ VECCHIA: I COMUNI TUTELINO I CITTADINI

Possono 2,28 milioni di metri cubi di rifiuti pericolosi e non pericolosi situati al confine est della città lasciare indifferenti le istituzioni locali? Non sollevare nemmeno in dubbio, un interrogativo, una domanda? Se immaginassimo di stipare tutti questi rifiuti all’interno dei container commerciali occorrerebbero 69.138 container e 4 navi cargo da 400 metri l’una per muoverli.

La risposta alla domanda è ovviamente no. Eppure gli uffici del Comune di Verona hanno presentato delle blande osservazioni rispetto alla richiesta di ampliamento della discarica di Cà Vecchia presentata alla Regione Veneto da Progeco Ambiente, titolare della discarica, lo scorso 2 marzo scorso.

E’ pur vero che formalmente l’impianto si trova in territorio del Comune di San Martino Buon Albergo, ma di fatto siamo al confine con altri tre comuni: Verona, Zevio e San Giovanni Lupatoto, ai quali per legge è stata notificata la domanda di ampliamento della discarica di Ca’ Vecchia. E i rischi per la salute dei cittadini, come ci ha insegnato anche di recente l’esperienza del coronavirus, non conoscono confini amministrativi.

Con questa mozione, che abbiamo presentato congiuntamente in tutte le sedi di cui siamo rappresentati, a partire dal Comune di Verona e dalla VII Circoscrizione, chiediamo di porre rimedio a questa clamorosa “svista” impegnando le amministrazioni in carica a dare un chiaro e netto segnale all’insegna della tutela della salute dei cittadini assegnando un incarico professionale ad esperti del settore affinché esaminino il progetto di ampliamento e presentino le dovute osservazioni alla Regione.

Inoltre intendiamo impegnare le amministrazioni comunali a chiedere alla Regione Veneto l’archiviazione definitiva del progetto di delocalizzazione n. 46 del 2012, di cui la stessa ditta titolare, Adige Ambiente, aveva chiesto la sospensione nell’ottobre 2017. Tale progetto, già salito agli onori delle cronache nel 2005-2006, prevede di fatto la creazione di un impianto siderurgico per il recupero di rifiuti di fonderia all’interno di Cà Vecchia.

Attualmente la discarica Progeco a Cà Vecchia si estende su una superficie di 219.550 mq suddivisi in 9 lotti e 6 bacini, ed è già autorizzata a trattare 1.536.077 metri cubi di rifiuti pericolosi (stabili e non reattivi) e non pericolosi non putrescibili.

Il nuovo progetto di ampliamento prevede lo smaltimento di ulteriori 745.500 metri cubi di rifiuti della medesima tipologia, per un totale appunto di 2.281.577 metri cubi di rifiuti.

L’incremento della capacità recettiva dell’impianto avverrebbe occupando lo spazio attualmente dedicato proprio all’impianto Adige Ambiente, parte della cui superficie necessita di interventi di bonifica con rimozione di rifiuti, oltre a spazi di proprietà Progeco interni alla recinzione esistente (circa 30.000 mq di superficie totali).

Siamo di fronte al solito circolo vizioso delle discariche: il corretto utilizzo richiede la bonifica del sito dagli usi impropri fatti dalle gestioni procedenti. Gli attuali gestori continuano a chiedere ampliamenti per finanziare bonifiche, mai risolutive, e per mandare avanti la propria attività.

Nella fattispecie Cà Vecchia nasce da una cava di ghiaia esausta usata “illo tempore” per la realizzazione della vicina autostrada A4. All’epoca, in assenza di norme ambientali adeguate, l’attività estrattiva si spinse anche al di sotto della falda. Terminata l’estrazione, la cava venne abusivamente adibita a discarica per rifiuti tossico-nocivi (organici, fanghi, polveri, morchie e oli) senza autorizzazione alcuna, con creazione di una vera e propria “collina dei rifiuti” tristemente nota alla popolazione.

Solo nel 1982, in seguito a una prima denuncia da parte dell’allora amministrazione comunale, in ossequio alla mutata coscienza ambientale collettiva e a una maggiore consapevolezza dei rischi legati all’inquinamento, venne dato avvio a una prima bonifica del sito attraverso la trasformazione del sito in discarica. Nel corso degli anni, l’area è stata fatta oggetto di diversi nuovi ampliamenti della discarica e di interventi di bonifica, purtroppo non rivelatisi risolutivi.

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