TAR LOMBARDO BLOCCA FUSIONE AEB-A2A FISCHIANO LE ORECCHIE IN CASA AGSM E AIM?

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dice il detto, e se la vicenda stra-nota e stra-citata della cremonese Lgh, finita nel mirino dell’anticorruzione dopo essere convolata a nozze senza gara con A2A, non ha detto nulla all’attuale amministrazione, probabilmente non sortirà alcun effetto neanche la recentissima decisione del Tar della Lombardia che proprio ieri ha sospeso in via cautelativa gli effetti della delibera consiliare del comune brianzolo di Seregno che autorizzava la fusione tra Aeb (Ambiente Energia Brianza) e A2A, decisa sempre senza gara.

Stiamo seguendo questo caso – molto simile benché non uguale a quello Agsm-A2A – da un po’ di tempo. Avevamo già segnalato che nella fase istruttoria del procedimento di fusione, i consulenti del Comune brianzolo, tra cui il noto Mattarella junior, figlio del presidente della Repubblica, pur ammettendo che in quel caso A2A appariva come una scelta obbligata, avevano consigliato prudenza, invitando il Comune a procurarsi almeno un parere dell’Anac.

Tali suggerimenti sono rimasti inascoltati e ora il Tar regionale accoglie la richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso presentato dai Cinque Stelle lombardi, rimandando alla trattazione di merito che si terrà nella camera di consiglio fissata per il 24 giugno.

Lgh e Aeb rappresentano due chiari campanelli d’allarme per Agsm e Aim le quali si trovano da tempo sulla traiettoria della politica espansionistica di A2A e sono anche i bocconi più grandi e difficili da digerire, per il semplice fatto che A2A non rappresenta una scelta obbligata per le due multiutility venete. Anzi, si sono fatti avanti, di propria sponte, e contestando apertamente la scelta dei vertici Agsm e Aim di trattare in esclusiva con A2A, ben 4 altri pretendenti tra cui Hera, Dolomiti Energia, Alperia.

Vista la mala parata, i vertici Agsm e Aim avevano allora cominciato a parlare di una “verifica” del presupposto di infungibilità su cui era basata la trattativa in via esclusiva con A2A aprendosi anche alle proposte dei concorrenti.

Ma il termine del 30 giugno è vicino, di queste controproposte non si sa nulla e il cda di Agsm non ha i numeri per approvare alcunché. In più, le maggioranze di Sboarina e Rucco appaiono irrimediabilmente spaccate. Si avvicina quindi la possibilità che l’operazione, tarata sui dati di bilancio di esercizio 2019, attendibili non oltre il 30 di giugno, possa definitivamente saltare oppure lasciare spazio alla semplice aggregazione tra Agsm e Aim.

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