FILOBUS: NUOVO PEF, VECCHI PROBLEMI

E’ sottoscrivibile (e lo chiediamo da anni anche noi) la richiesta rivolta ad Amt affinché Barini e soci la finiscano di prendere in giro i cittadini veronesi sul filobus: nessuno crede alla promessa che rispetteranno la scadenza del 31 dicembre 2021, così come confermato anche nell’ultima versione aggiornata del Piano economico finanziario di aprile 2020. Ci crede poco lo stesso Barini, il quale evita accuratamente di metterci la faccia.

A parte l’ultimo incidente di percorso riguardante l’impresa cooperativa Clea, titolare dei cantieri stradali, che si appresta ad uscire di scena avendo chiesto il concordato preliminare, ricordiamo che del maxi intervento per l’unificazione dei sottopassi davanti alla Stazione Ferroviaria, che dovrebbe partire a giugno, non è ancora pronto nemmeno il piano di cantiere. Da quanto risulta agli atti l’assessore Zanotto sarebbe ancora in attesa della risposta delle Autostrade alla sua richiesta di garantire a tutti i veronesi pedaggi gratuiti per tutto il tempo del cantiere. Per questo stesso cantiere mancano ancora tutte le varianti urbanistiche che dovranno passare per adozione ed approvazione oltre che dal Consiglio comunale anche Ministero delle Infrastrutture.

Ancora in alto mare risulta pure la risoluzione dei nodi viabilistici storici riguardanti, ad esempio, la strettoia di via San Paolo, per la quale il Ministero aveva bocciato la soluzione della semaforizzazione; lo sdoppiamento del tracciato in via Pisano-Viale Spolverini; la realizzazione dei parcheggi scambiatori; la riorganizzazione di Via Mameli e, non da ultimo, anche l’annunciato passaggio dall’ex manifattura Tabacchi.

Come visto recentemente anche in Commissione Settima Controllo, quando si chiedono chiarimenti su questi temi scatta un formidabile scaricabile tra l’assessore alla mobilità Zanotto, quello all’urbanistica Segala e quello alle Strade Padovani, segno che l’amministrazione non ha idea di come riuscire a rimettere il filobus sulla retta via.

Dulcis in fundo, come segnalava fin dal marzo 2019 il Responsabile unico del progetto Carlo Alberto Voi, continuano a mancare i soldi da parte del Comune: con l’ultima revisione del Piano Economico Finanziario, datata aprile 2020, l’amministrazione conferma la volontà di dimezzare da 40 a 20 anni la durata del piano finanziario, scaricando quindi sui futuri gestori dell’opera l’onere della sostituzione del parco carrozze a partire dal 21° anno. Questo taglio della durata del Pef sembra consentire uno sgravio per le casse comunali che prima erano chiamate a fornire (fin dal 2019) per l’avvio dei lavori 3 milioni l’anno ad ad Amt, cifra che ora si ridurrebbe a soli 1,5 milioni, conferibili anche attraverso “un contestuale conferimento immobiliare di pari valore”. Ad oggi però non si è visto nulla.

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