FONDAZIONE ARENA: BASTA ANNUNCI, SI MOSTRINO I CONTI E SI ASCOLTI IL DRAMMA DEGLI STAGIONALI

Dall’incontro con i parlamentari veronesi da parte dei vertici della Fondazione Arena (Sindaco e Sovrintendente) viene la conferma che la principale criticità da affrontare in questo momento non riguarda tanto la limitazione dei posti in Arena per l’attuale stagione, che è già saltata e che non potrà essere certo recuperata dalle serate-evento propagandate da Sboarina e Gasdia. Il vero punto sono i soldi necessari a ristorare le inevitabili perdite. Avevamo quindi ragione nel dire che Sboarina e Gasdia vendevano sogni quando parlavano della possibilità di portare a pareggio il bilancio 2020. Servono soldi e ne servono tanti. Fondazione Arena da sola non ce la farà nemmeno questa volta.

Se le cose stanno così è sempre più incomprensibile e inaccettabile il rifiuto dei vertici a dialogare seriamente e costruttivamente con i sindacati dei lavoratori Fav. Se la situazione del corpo artistico alle dirette dipendenze (da marzo in cassa integrazione a meno di metà dello stipendio) è critica, quella del migliaio di lavoratori e lavoratrici “stagionali” (i cosiddetti aggiunti) è addirittura drammatica: lasciati sopravvivere a 600 euro al mese senza alcuna prospettiva di ripartenza. Si tratta di stagionali per modo di dire, in quanto la maggior parte di essi lavora da anni, spesso da decenni, alla produzione della stagione lirica. Fondazione Arena deve dunque fare quanto possibile per assicurare ammortizzatori adeguati e una rapida ripresa delle attività. Ritorniamo a proporre la possibilità di organizzare una rassegna di qualità utilizzando le professionalità e le competenze che già ci sono in casa.

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