RIAPERTURE: SU VERONA ANCHE LA REGIONE TIRA IL FRENO A MANO POLITICI SCALIGERI CHIAMATI A TRASMETTERE MESSAGGI CORRETTI

Che la situazione veronese sia ancora lontana da una condizione di sicurezza lo dicono i dati su morti e contagi e lo dice la Regione stessa. Nel Protocollo unico per i servizi per i bimbi da zero a sei anni, con cui la giunta regionale ha provato a sperimentare (o meglio, simulare) la possibilità di riaprire nidi e centri per la prima infanzia in forma ludico/ricreativa, la nostra città è indicata tra le ultime, assieme a Belluno, tra tutte le città venete che potrebbero ripartire. Questo in coerenza con le evidenze di una situazione epidemiologica che mostra dati ancora non tranquillizzanti.

E’ necessario allora che anche i politici veronesi adeguino la loro propaganda alla realtà dei fatti, ascoltando un po’ di più la comunità scientifica e un po’ meno la piazza.

Perché Fontana e Zavarise non si scagliano anche contro al protocollo regionale della giunta leghista che, per richiamare le parole usate da loro nel caso della riapertura dell’aeroporto Catullo, “discrimina” Verona?

La conta dei morti sarà anche antipatica, come dice il dirigente regionale Girardi, ma è un fatto che nei nostri territori il virus abbia picchiato più duro che nel resto delle altre province venete.

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