PIANO DELLA MOBILITÀ IN EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA: LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO

Dieci paginette scritte in grande senza traccia dell’innovatività promessa: si può tranquillamente descrivere in questo modo la versione attuale del Piano della Mobilità per l’Emergenza Epidemiologica varato dalla giunta comunale. Basti pensare che l’allargamento della Ztl fino alle mura mura magistrali della città antica è una vecchia proposta di Legambiente degli anni Ottanta. E nel piano non si specifica se la misura deve considerarsi temporanea o definitiva.

Niente di nuovo (e quando diciamo niente è proprio niente) sulla ciclabilità, per la quale si prevede il completamento del tratto tra porta Palio e Castelvecchio, già in programma, la realizzazione della Saval – San Zeno, in bagnomaria da anni, e una nuova ciclabile in Circonvallazione Oriani già inserita nel Piano della mobilità del mega cantiere del filobus che dovrebbe attivarsi in via città di Nimes, anch’esso in clamoroso ritardo. Per il resto si dice di aspettare il Pums, diventato ormai la chimera di questa amministrazione.

Il trasporto pubblico, che con le nuove regole mostra già vistosi segni di inadeguatezza, richiede un potenziamento che al momento non è previsto.

In un passaggio del Piano si scopre addirittura “necessario un coinvolgimento dei mobility manager delle aziende dotate di questa figura”. Peccato che la tale “figura” esista da anni in molte aziende ed enti pubblici veronesi, ma non sia mai stata convocata dal Comune.

Siamo insomma difronte ad una raccolta di buone intenzioni, ma mancano i provvedimenti concreti e di peso che una situazione di emergenza come l’attuale richiederebbe.

Il rischio, che altre città stanno affrontando attraverso un adeguato pacchetto di provvedimenti, è quello dell’esplosione del traffico privato che con le riaperture richieste al 18 maggio rischia di diventare ingestibile.

La mobilità deve diventare tema della Commissione speciale, la risposta data finora dalla giunta comunale è del tutto insoddisfacente, e siamo già in gravissimo ritardo.

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