FONDAZIONE ARENA: MANCANZA DI TRASPARENZA ANCHE NEL DRAMMA

La volontà di trasparenza e condivisione nella gestione della Fondazione Arena non riesce a prevalere nemmeno in questi momenti drammatici che vedono cancellare l’intera stagione estiva 2020 in favore di un “programma di eventi” non meglio specificato, ancora tutto da costruire e soprattutto da fare autorizzare. Sono del tutto fuori luogo i toni trionfalistici usati.

In queste condizioni, tenuto conto che la capienza dell’Arena sarà massimo di 3 mila spettatori è impensabile raggiungere il pareggio di bilancio così come è stato affermato. Ci vuole serietà: ad entrate praticamente azzerate, il contributo statale sarà insufficiente a coprire le spese di gestione. Ciò riguarda il Governo, ma anche la Regione, che è sempre lontana dalla lirica veronese, il Comune di Verona e le categorie economiche che in condizioni normali beneficiano di un immenso indotto. In questa fase bisogna scomodare tutti, ed è incredibile che Sindaco e Sovrintendente non abbiano richiamato queste “ovvietà” tenendo conto anche dei gravi problemi di patrimonializzazione e di indebitamento patiti dalla Fondazione Arena 

Altrettanto incredibile che tali decisioni vengano prese senza il preventivo confronto con le organizzazioni sindacali. Sboarina e Gasdia hanno suonato i violini ai lavoratori dell’Arena quando questi facevano i sacrifici ma poi si sono completamente dimenticati di coinvolgerli in tutti i passaggi della crisi da Coronavirus.

Eppure, se Sboarina avesse mantenuto le promesse di ascolto e di dialogo, tra cui quella della ricostituzione del corpo di ballo, oggi si accorgerebbe che in Arena e al Filarmonico sono possibili spettacoli di alta qualità a costo bassissimo semplicemente usando le professionalità che già ci sono in casa.

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