Il nuovo “punto” di contaminazione individuato nel corso della
campagna di rilievi in corso all’ex Arsenale austriaco, di cui
avevamo dato notizia lo scorso 11 marzo, è in realtà un’area
talmente vasta da non poter essere bonificata. Sono invece allo
studio soluzioni per la “messa in sicurezza permanente”. E’ quanto
si apprende dai verbali della conferenza dei servizi che in questi
giorni ho acquisito.
“Vista la contaminazione molto diffusa – si legge sui verbali – si
ipotizza un intervento di messa in sicurezza permanente in quanto
per la bonifica sarebbe necessario rimuovere il primo metro di
terreno su tutta l’area, ipotesi non sostenibile sia dal punto di
vista economico che da quello statico con riferimento agli edifici e
alle piante secolari esistenti”.
La valutazione dei tecnici è che il rischio sia “ambientale (per la
falda) e sanitario (per contatto dermico e per ingestione)”. Non vi
sarebbe invece rischio di inalazione, il che permetterebbe di
circoscrivere l’area con maggiore efficacia.
Basandosi sui rilievi effettuati nel 2017 i tecnici sono arrivati
alla conclusione che la parte di falda inquinata apparterrebbe ad un
tratto a “valle”, quindi non interferente con usi umani, e che le
acque inquinate non finiscono in Adige.
Per dare un’idea della porzione di terreno coinvolto, si consideri
che, sempre secondo i tecnici, “molti dei superamenti sono stati
rilevati all’interno degli edifici in corrispondenza dei laboratori
(pavimentati). I superamenti nei terreni si sono trovati nel
giardino più interno, posto a nord-ovest (dove probabilmente si
svolgeva qualche attività) e nelle vie di movimentazione dei mezzi.
Tale situazione obbligherà a prendere delle contromisure durante gli
scavi per la realizzazione dei nuovi sottoservizi. Per quanto
riguarda le parti contaminate coperte, i tecnici ritengono che
l’intervento di riqualificazione sarà di per sé sufficiente ad
isolare il rischio, mentre nelle parti all’esterno “si prevede di
posizionare del materiale di riporto, con caratteristiche tali da
rispettare i limiti di colonna A (luoghi ad accesso pubblico, nda),
prestando particolare attenzione alle zone in cui sono presenti gli
alberi secolari”.
Di certo una buona parte dell’Arsenale risulta offlimits. E’ da anni
che il sottoscritto avverte sulla necessità di dedicare particolare
attenzione alle operazioni di bonifica. Grave invece è stata la
sottovalutazione di questo aspetto sia da parte dell’amministrazione
Sboarina sia da parte del suo predecessore Tosi. E intanto tempi e
costi si ampliano…