VARIANTE 23 PUBBLICATA DOPO 3 ANNI. MA NON E’ ANCORA FINITA…

Gaudium magnum! Dopo più di tre anni dalla prima adozione, risalente al 20 gennaio 2017, la Variante 23 al Piano degli Interventi è stata finalmente approvata e pubblicata oggi, lunedì 2 marzo dell’anno di grazia 2020. Tempi biblici che non riguardano la tanto vituperata burocrazia italiana ma il bradipismo, o se si preferisce la letargia, di un’amministrazione che ha sbagliato tutte le mosse e continua a sbagliarle. Basti dire che dall’approvazione in Consiglio alla pubblicazione ci sono voluti 3 mesi…

Ma l’aspetto ancora più curioso riguarda il fatto che il procedimento non può ancora considerarsi chiuso. Anzi. Per le numerose schede norma che si sono aggiunte strada facendo, ad esempio quelle inserite attraverso gli emendamenti dei consiglieri comunali di maggioranza oppure quelle che la giunta ha accolto di sua sponte senza che fossero state precedentemente adottate (vedi ad esempio la famosa area Paternoster, oppure il Lidl sotto San Rocchetto a Quinzano), l’iter autorizzativo comincia soltanto ora.

Per tutte le proposte urbanistiche approvate nel corso dell’iter, ma che non erano presenti al momento dell’adozione del gennaio 2017, o della successiva riadozione da parte dell’amministrazione Sboarina, la pubblicazione della Variante funziona infatti come adozione. Per esse si dovranno dunque attendere i due passaggi canonici in consiglio comunale con relative osservazioni e controdeduzioni.

Se tanto mi da tanto, l’attuale amministrazione rischia di passare alla storia come quella che, spinta dall’esigenza di “far presto”, ha ripreso in mano una variante urbanistica bacata e vecchia di un anno e mezzo, e se l’è trascinata appresso per un intero mandato senza portarla a conclusione.

Battute a parte, i tempi lunghissimi dimostrano che avevamo perfettamente ragione quando chiedevamo di stralciare la Variante 23 ereditata dall’amministrazione Tosi e di ripartire da zero rinnovando le modalità di partecipazioni dei cittadini, i quali finora hanno soltanto subito (in cambio di due rotonde) le scelte dei privati che l’amministrazione ha avvallato senza tenere conto delle reali esigenze dei quartieri.

Questo risvolto conferma una volta di più che l’urbanistica di questa amministrazione, come del resto quella della procedente, è incapace di seguire un piano di sviluppo o anche soltanto un filo logico. Lo vediamo anche per la gran parte degli interventi urbanistici di cui si parla in questi mesi, dall’ex Safem all’Adige Sport Village, tutti approvati con l’urbanistica in deroga consentita dallo Sblocca Italia.

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