LOTTA ALLA DROGA, CAMBIARE REGISTRO: CRIMINALIZZARE NON SIGNIFICA PREVENIRE

La condanna del direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Scaligera Giovanni Serpelloni per una storia di concussione, nonché i problemi, probabilmente insuperabili, che continuano a ritardare l’entrata in funzione della pluri-annunciata campagna di controlli antidroga nelle scuole, dovrebbero indurre l’amministrazione comunale a cambiare registro sul tema della dipendenze, adottando una linea che non sia schiacciata soltanto sulla repressione come risulta dal protocollo sottoscritto dallo stesso Serpelloni e dal Provveditore agli studi.

E’ chiaro ormai che l’introduzione del drug test nelle scuole è una iniziativa basata su una lettura strumentale e distorta del fenomeno droga, e che sarebbe più utile ai “professionisti dell’antidroga” che agli studenti e alle loro famiglie in quanto finalizzato a criminalizzare o stigmatizzare anche chi è molto lontano dall’essere un tossicodipendente.

L’alternativa alla repressione si chiama educazione unita ad interventi sociali mirati a rimuovere o alleviare le cause del disagio. Si tratta di un percorso certamente più lungo e costoso, che richiede pertanto un intervento e un impegno anche da parte della Regione, ma sarebbe più rispettoso dell’istituzione scolastica.

Mi auguro pertanto che nella commissione congiunta annunciata per il 24 febbraio venga data una rappresentazione completa e veritiera di quello che sono le finalità e le basi scientifiche di questo supposto protocollo magari facendo intervenire anche i dirigenti sanitari che fin dal primo momento lo hanno apertamente criticato in quanto palesemente inutile e strumentale.

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