EMERGENZA RIFIUTI: VENEZIA CONCEDE L’ENNESIMA PROROGA MA DAL COMUNE NON ARRIVANO LE NECESSARIE MISURE STRUTTURALI

Per l’ennesima volta la Regione Veneto ha prorogato la possibilità, a favore del bacino dei rifiuti di Verona Città e di Verona Nord, di conferire i rifiuti che i due bacini non si riescono da soli a smaltire nella discarica “tattica” di Sant’Urbano di Padova.

Il provvedimento sarebbe subordinato alla sottoscrizione del fantomatico “accordo di programma”, già promosso dalla giunta comunale scaligera, per la “gestione integrata dei rifiuti urbani nell’ambito provinciale”.

Di fatto però gli altri bacini, in particolare quello di Verona Sud (che nell’accordo ij parola dovrebbe mettere a disposizione la discarica di Torretta) non ne vogliono sapere di pfarsi carico delle inefficienze del capoluogo di provincia la cui quota di raccolta differenziata è da anni oscillante attorno al 50% mentre gli altri bacini sono riusciti a rispettare o quasi, le indicazioni del Piano Regionale dei rifiuti che prescrivono almeno una quota di differenziata del 65%.

Ha quindi un bel dire il presidente di Amia Bruno Tacchella, che presto partiranno i cassonetti con apertura elettronica in Sesta e Settima Circoscrizione. L’annuncio è molto scenico ma ininfluente al fine di risolvere l’emergenza rifiuti che da anni mette a rischio sanitario il nostro territorio.

Spetta al Comune di Verona nonché alla Regione promuovere le misure necessarie a farci uscire dall’emergenza, ad esempio liberando Amia dall’impasse societaria che da ormai qualche anno ne blocca sviluppo e investimenti. In assenza di decisioni il rischio di riapertura di Cà del Bue diventa sempre più concreto.


Condividi