POVERTA’: IN ESTATE SI SGOMBERA, IN INVERNO SI PIANGONO LACRIME DI COCCODRILLO

L’ennesimo decesso di un senza tetto dimostra che le politiche comunali per l’accoglienza e la reintegrazione della marginalità non sono ancora all’altezza della situazione. Occorre fare di più per permettere la sopravvivenza delle persone, e dare maggiore sostegno alle realtà del volontariato sociale che sono di fatto i terminali della città sul territorio. 
Le misure da adottare sono note: in corrispondenza delle ondate di grande freddo, come l’attuale, che proseguirà nei prossimi giorni, occorre mettere a disposizione strutture informali di riparo come androni e cortili di strutture pubbliche, tende da campo o qualsiasi sistema a favore di quanti non vogliono, o non possono, fruire dei rifugi ufficiali. 
Bisogna superare la norma vessatoria che impone di accordare ospitalità nei dormitori comunali solo a chi sia in possesso di documenti. Cancellare ordinanze insensate come quelle che danno la facoltà alle forze di polizia locale di sequestrare coperte e giacigli di fortuna. Attrezzarsi per ospitare anche le coppie, senza doverle necessariamente dividere, e persone con animali. Occorre infine ampliare l’orario di apertura e chiusura dei dormitori. 
Prima venga l’umanità e poi la politica e la propaganda politica. DI fronte a queste morti suonano sinistre le azioni di sgombero di cui la politica si vanta per tutto il tempo dell’anno. In estate si sgombera senza dare alternative e in inverno si piangono lacrime di coccodrillo perché chi è rimasto in mezzo alla strada muore di stenti… 

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