PASSALACQUA-SANTA MARTA: PROGETTO A RISCHIO?

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Negli ultimi mesi sull’area di riqualificazione urbana delle ex caserme Passalacqua e Santa Marta per alloggi a canone sostenibile, sembra essersi verificato un vero e proprio patatrac che potrebbe avere conseguenze pesanti anche sulle opere pubbliche previste nell’ambito, segnatamente il parco pubblico e il campus universitario.

Il 14 novembre scorso la Regione Veneto ha infatti revocato all’ATI incaricata di eseguire i lavori nel complesso (formata da Sarmar, Aiteco Costruzioni e Società Kostruttiva) il finanziamento pubblico da 5 milioni di euro per la realizzazione di 24 alloggi da assegnare in locazione “a canone sostenibile”.

Contestualmente ha intimato alle imprese di restituire, entro 30 giorni di tempo, quindi entro oggi, tutti gli anticipi ricevuti, pari a 4,5 milioni di euro.

L’ATI è accusata di aver venduto in blocco, senza l’autorizzazione della Regione, l’intero fabbricato alla Società Cooperativa Santa Marta la quale avrebbe assegnato gli alloggi ai propri soci, senza verificare il rispetto dei requisiti per l’assegnazione di appartamenti di edilizia residenziale agevolata.

La situazione ha del grottesco: ad oggi gli alloggi risultano almeno in parte occupati da alcuni soci della cooperativa che per procedere all’acquisto hanno acceso dei mutui bancari.

La vicenda è emersa a seguito di un quesito del Comune di Verona alla Regione Veneto e ad un esposto di un cittadino che si era visto offrire uno di questi appartamenti per la cifra di 200 mila euro. Ma non erano alloggi da destinare in locazione?

Rispetto al resto del mega intervento, progettato nel 2009 e ancora molto lontano dall’essere completato, nascono molti dubbi: ad oggi sulle aree pubbliche sono state eseguite praticamente soltanto le opere di demolizione, il primo stralcio del Parco delle Mura nel tratto dalla Breccia di Porta Vescovo al Bastione delle Maddalene (aperto al pubblico tra il 2015 e il 2018) ed uno stralcio delle opere di urbanizzazione relative al parco urbano.

A dieci anni dall’approvazione in pompa magna del progetto (prima amministrazione Tosi con il vicesindaco Giacino, assieme alla Regione con Galan), soltanto per terminare la Fase 1 dell’intervento, mancano: il Parco Provianda, la messa in sicurezza delle Mura di Alberto della Scala e altre opere di urbanizzazione.

Delle fasi successive, comprendenti, ad esempio, l’ambito vero e proprio del Parco Urbano, del Parco Monumentale e del Parco Sportivo, ci sono soltanto progetti incompleti o contestati dal Responsabile del Procedimento del Comune di Verona.

Che fine faranno questi interventi tenuto conto che l’ATI si è impegnata a realizzare opere pubbliche per circa 31 milioni di euro a fronte non solo del contributo pubblico della Regione da 5 milioni ma anche e soprattutto dell’assegnazione, da parte del Comune di Verona, di aree per un valore di circa 24 milioni di euro?

È necessario riesaminare l’intero progetto superando la situazione di stallo e ripartire con i lavori. Innanzitutto realizzando finalmente il Parco Urbano di 183.000 mq, all’interno del Parco delle Mura che i cittadini di Verona aspettano da decenni.

Verona, 14 dicembre 2019

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