RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI COMUNALI: ANCHE IL 2019 SI CHIUDE CON UN NULLA DI FATTO

Il piano di razionalizzazione delle aziende partecipate dal Comune di Verona, la cui proposta di deliberà la giunta ha inviato al Consiglio comunale per la seduta di Lunedì, si chiude anche per questo 2019 con un nulla di fatto. Ad esclusione della decisione di mettere in vendita le quote dell’A4, (operazione ancora in corso), il numero di aziende nelle quali il Comune detiene una quota di capitale fino al quarto livello resta infatti invariato: erano 106 nel 2018 e restano 106 anche alla fine del 2019. Parliamo del più grande poltronificio d’Italia, secondo solo a Roma Capitale. 

La definitiva dismissione della società Centrale Termoelettrica del Mincio (già in liquidazione volontaria dal 2016 e radiata dal registro delle imprese fin dal 2018) viene infatti compensata da una new entry: Agsm Energia Est Veronese Srl, società creata dall’ex presidente Agsm Michele Croce per conquistare il mercato dell’est veronese. L’operazione venne in realtà presto stoppata da un ricorso al Tar, ma il “guscio”, rappresentato dalla società, è rimasto. 

Ma non è nemmeno una questione di persone: dal resoconto allegato in delibera apprendiamo infatti che pure l’attuale gestione di Agsm ha snobbato le sollecitazioni dell’amministrazione Sboarina per la dismissione delle società albanesi del gruppo. Si tratta dunque non di un problema tecnico, ma politico: questa amministrazione manca di forza, autorevolezza e prestigio, e le sue richieste non vengono nemmeno prese in considerazione. 

Altri esempi: non è stata liquidata Aerogest per opposizione degli altri soci, in particolare Provincia di Trento e di Verona. La società Parcheggio Ponte Aleardi non è ancora stata fusa in Amt. La Polo Fieristico è ancora in attesa di passare sotto il controllo della Fiera, da cui si attende una operazione di aumento di capitale. E intanto la cuccagna delle poltrone continua… 

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