Il fatto che buona parte dei politici veronesi, da Verona a Venezia, si occupi della questione dei monopattini, dimostra l’inconcludenza di una intera classe politica che da decenni governa la città senza portare risultati concreti.
I monopattini possono, forse, provvedere ad una quota molto piccola della domanda quotidiana di mobilità dei veronesi. Non aiuteranno mai a decongestionare le vie di accesso alla città che ogni mattina sono un delirio di traffico, da Corso Milano a Verona Sud ai collegamenti con la Valpolicella a Verona Est. Al contrario possono riuscirci le piste ciclabili, le zone pedonali e il trasporto pubblico, sempre che la politica abbia presente come farlo e come ci sono riuscite tante altre città d’Europa.
Invito pertanto l’amministrazione comunale e la politica veronese a tornare con i piedi per terra e ad applicarsi, una buona volta, alle soluzioni concrete. Non abbiamo sentito nessun politico di maggioranza preoccuparsi dei cantieri tartaruga del filobus o del bando spezzatino per la riorganizzazione del trasporto pubblico locale o dei ritardi nella predisposizione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). Nessuno che spenda una parola per lo stato pietoso della rete ciclabile e per le pedonalizzazioni che non vanno avanti.
I dati sullo stato di salute della città dicono che la situazione è insostenibile. Se chi usa i monopattini non rispetta le regole venga sanzionato. Poi si passi a cose più importanti.