DIMISSIONI DIRETTORE SOLORI: L’AMMINISTRAZIONE CHIARISCA

Ragioni personali o nuovo pasticcio? L’amministrazione chiarisca le clamorose dimissioni del nuovo direttore di Solori, da poco selezionato al posto dell’ex direttore Alessandro Tatini la cui nomina era stata revocata in quanto la precedente amministrazione aveva assunto Tatini con procedura non concorrenziale. 
Dalla documentazione, ancora incompleta, che ho ricevuto dagli uffici risulta che Airoldi fosse stato ammesso con riserva alla fase finale della procedura di selezione. Per la precisione erano stati ammessi con riserva ben due dei tre “finalisti”, tra cui compare lo stesso Tatini. Fra i tre Tatini risultava l’unico a possedere per intero tutti i requisiti richiesti dal ruolo, in particolare quello dell’esperienza pregressa. Del resto è noto che dopo Torino, dove appunto Tatini lavorava prima di essere ingaggiato a peso d’oro dalla precedente amministrazione Tosi (10 mila euro netti al mese), Verona è stata la prima città a sperimentare la costituzione di una società di riscossione ad hoc. A qualche anno di distanza, tuttavia, i risultati lasciano a dir poco perplessi: rispetto alle grandi aspettative della vigilia, Solori opera all’interno di un consorzio abbastanza ristretto di piccoli Comuni e adotta gli stessi identici mezzi di qualsiasi altra società di riscossione. Non a caso sulla continuità dell’azienda pesa da anni un project financing per il recupero delle multe non pagate che toglierebbe gran parte del lavoro su cui Solori attualmente basa la sua attività. La giunta farebbe bene a schiarirsi le idee sul futuro di questa azienda. 

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