NUOVO STADIO, I FATTI RACCONTANO UNA STORIA DIVERSA…

Non è vero che a Verona si fa la stessa operazione che hanno già fatto a Torino. La differenza fondamentale è che il committente dell’Allianz Stadium è la stessa Juventus la quale ha dunque ha messo in gioco i propri soldi e i propri interessi, non quelli del Comune. 

L’esperienza passata dovrebbe poi insegnarci che nessun project è a costo zero per il pubblico: prova ne sia la parcella da centinaia di migliaia di euro, rimasta insoluta, emessa dei tecnici comunali che hanno lavorato alla progettazione del fallito traforo delle Torricelle. Inoltre si è ormai perso poi il conto di tutti i soldi spesi dal Comune per consulenze, studi e pareri legali in questo e altri project financing in cui il Comune di Verona si è avventurato negli ultimi 10 anni. 

C’è poi un problema di carattere economico su cui il promotore del project del nuovo preferisce sorvolare. Un problema certificato non dai consiglieri comunali di opposizione ma dagli stessi dirigenti comunali, che hanno esaminato e la proposta non comprendendone la sostenibilità. In particolare non è chiaro come le società calcistiche coinvolte (solo il Verona, visto che il Chievo si è chiamato fuori) potranno farsi carico di un canone di 2 milioni di euro all’anno quando allo stato non riescono nemmeno ad onorare il debito annuale con il Comune per l’uso della struttura comunale che è appena di 500 mila euro… 

Sulle superfici commerciali è il solito gioco delle tre carte, di fatto i nuovi insediamenti commerciali non sono contemplati né dal Pat né dal Piano degli Interventi perché il territorio è saturo. 

Attendiamo dunque che si passi dalle rassicurazioni verbali, alla dimostrazione, con i numeri alla mano, della sostenibilità del progetto, ma i chiarimenti dovrebbero arrivare prima di impegnare il Comune nell’ennesimo procedimento che potrebbe rivelarsi lungo, svantaggioso e molto costoso. 

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