CATULLO, SBOARINA TEMPOREGGIA O TENTENNA?

Non è chiaro a quale categoria appartenga il ruggito del Sindaco di Verona nei confronti dell’ “impaziente” socio privato Save, che a 10 mesi di distanza dalla loro disdetta, pretenderebbe la riformulazione dei patti parasociali che governano i rapporti tra i soci dell’aeroporto.

Siamo di fronte ad una tattica alla Fabio Massimo, politico e guerriero romano detto il Temporeggiatore, uno dunque che si prende il suo tempo ma poi le battaglie le vince, oppure siamo più prosaicamente davanti al “ruggito del coniglio”? Sboarina temporeggia o tentenna?

Viste le numerose pratiche che da anni affollano il tavolo del Sindaco, dalla fusione Aim-Agsm, all’ in-house di Amia, alla riorganizzazione delle partecipazioni comunali in generale (mai chiusa una nemmeno per sbaglio) si direbbe più verosimile la seconda ipotesi, ovvero che l’imposizione dell’ennesima proroga alla riformulazione dei patti parasociali sia soltanto frutto di disperazione da parte dei soci pubblici che dopo un anno non hanno ancora deciso che pesci pigliare.

Del resto la verità dei numeri è implacabile: i soci pubblici non hanno i soldi per partecipare ad un aumento di capitale, e senza aumento di capitale addio anche al piano di investimento e rilancio da 65 milioni di euro.

Prima ancora del soccorso che potrebbe dare la Fondazione Cariverona, è necessario che i soci pubblici assumano una decisione finalmente chiara e trasparente sul pronunciamento dell’Autorità Anticorruzione Anac che ha dichiarato illegittima l’entrata di Save nel Catullo. Di tattica o tentennamenti si può morire e, come in Amia o in Agsm, a fare le spese di questa situazione di stallo eterno sono i conti delle aziende (l’aeroporto aveva chiuso l’ultimo bilancio in rosso di 6 milioni e con forti problemi di capitalizzazione) e, soprattutto, i lavoratori.

Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune


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