PIANO FOLIN, BERTUCCO: “L’ISOLATO E’ MORTO E LA PROPRIETÀ TRASFERITA IN PARADISO (FISCALE)”

Ebbene sì, all’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente suonerà strano e alieno, ma la grande maggioranza dei 900 colleghi Unicredit che lavoravano nell’omonimo isolato in centro storico arrivavano in ufficio a piedi, in bici, o con i mezzi pubblici. Quindi non è vero ciò che si vuol suggerire, ovvero che la riqualificazione alberghiera e commerciale dell’isolato andrà a sostituire il traffico automobilistico che già c’era. Al contrario, ne porterà di nuovo che, vista la cronica carenza di parcheggi, sarà semplicemente insostenibile. 

Falso e tendenzioso è anche insistere sulla necessità di rivitalizzazione un isolato “morto”: i lavoratori Unicredit sarebbero stati ben felici di continuare ad operare in un contesto più salubre e ben collegato, ma è stata una scelta aziendale portarli tutti agli ex Magazzini Generali. Pertanto, se l’isolato è morto, non si è suicidato, è stato ammazzato dagli stessi che ora si sbracciano per resuscitarlo. 

Cominciamo dunque a chiamare le cose con il proprio nome: questa è una speculazione edilizia che nulla a che fare con la riqualificazione del centro storico. Prova ne sia che la gestione del fondo immobiliare Verona Property, che racchiude la proprietà di questi palazzi compresi nel Piano Folin e di tutti gli altri beni immobiliari della Fondazione Cariverona che non hanno finalità statutarie (“La Fondazione persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di sviluppo economico”, Articolo 2 dello Statuto), ha nel frattempo cambiato indirizzo, passando dalla società Torre Sgr con sede a Roma, a Patrizia Immobiliare Real Estate, società tedesca con sede in Lussemburgo. Lontano da occhi indiscreti. Un brutto colpo per i paladini dell’italianità, che tuttavia non sentiamo lamentarsi… 

Di questa speculazione l’amministrazione comunale si fa complice, ai danni dei della città e contro i suoi stessi cittadini, adottando tutti quegli strumenti, come lo Sblocca Italia, che tagliano il dibattito e mettono il bavaglio ai cittadini e alle opposizioni. 

Se infatti i problemi del centro storico veronese si chiamano spopolamento; assenza di parcheggi e di servizi; viabilità complicata; eccesso di strutture ricettive, è di tutta evidenza che il Piano Folin, tutto orientato sul ricettivo e sul commerciale, non farà altro che aggravarli. Solo per la prima tranche dell’intervento (Garibaldi 1) parliamo infatti di 161 stanze d’albergo di lusso, più 16 suite, più negozi, ristoranti ecc. Su questo punto il silenzio di Sboarina e Segala è sconcertante. 

Come la precedente amministrazione Tosi, anche quella Sboarina si comporta da notaio e da agenzia immobiliare delegando ai privati le scelte urbanistiche: questo si vede non solo per l’isolato Unicredit, ma anche all’ ex Manifattura Tabacchi. Gli effetti a lungo termine di questa incapacità di programmare lo sviluppo del territorio sono sotto gli occhi di tutti: se al tempo di Tosi la Fondazione era intervenuta per mettere una toppa all’incapacità di sviluppare il progetto di Polo Culturale trasformandolo poi in uffici, direzionale e commerciale, ora il Piano Folin interviene per mettere una toppa sul buco lasciato aperto in centro storico. Come Verona e Sinistra in Comune ancora una volta ci sostituiremo all’amministrazione organizzando sul territorio una serie di assemblee per informare i cittadini di quanto sta avvenendo. 

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