ECOBORGO DI SAN MASSIMO: SEMPRE MENO “ECO” E SEMPRE MENO “BORGO”, RESTA SOLO LA VOLONTÀ DI SFRUTTARE ECONOMICAMENTE IL TERRITORIO



Che né è stato delle intenzioni originali del progetto dell’Ecoborgo di San Massimo che, citiamo da relazione illustrativa, “finalizza i propri strumenti attuativi per conseguire la bellezza dei propri luoghi, come principale fattore necessario a migliorare la qualità della vita degli abitanti e quindi le capacità di competizione del sistema economico e produttivo veronese”?

Come avevamo scritto nel 2017, lo “spirito” della riqualificazione (ma sarebbe più corretto parlare di valorizzazione) ruota attorno alla metratura di commerciale che la Curia, rinunciato all’idea di creare negozi di vicinato e botteghe artigiane, chiede di concentrare nelle forme previste dalla nuova legge regionale sul commercio, dunque: centro commerciale, parco commerciale, outlet. A ciò si aggiunge la previsione del solito hotel, come non ce ne fossero in programma già troppi, tutti concentrati sulla statale 11.

A questo schema la giunta regionale ha dato il via libera, lavandosene le mani del futuro dell’area e della città circostante.

Fintamente ingenuo il comportamento del Comune, che se ne sta alla finestra incapace di far valere le esigenze del territorio e del quartiere di S. Massimo limitandosi a sperare che non salti fuori l’ennesimo centro commerciale.

Eppure gli argomenti per ridurre l’impatto dell’intervento non mancano: dall’assenza di una viabilità adeguata, (mentre il Comune sta procedendo alla stesura del Piano della Mobilità), all’inutilità socio-economica delle nuove funzioni previste. 

Di hotel, parchi o centri commerciali ce ne sono o ne sono previsti già troppi. Senza contare che i 21 mila metri quadri di commerciale autorizzati dalla Regione Veneto sono più del doppio del fabbisogno calcolato in sede dimensionamento del progetto (9.100 mq di commerciale).

Siamo di fronte all’ennesimo caso di sfruttamento del territorio operato senza pensare alle reali esigenze della città e alle conseguenze sulla vivibilità urbana.




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