AEROPORTO SENZA FUTURO?

Il 2018 è stato un anno orribile per l’aeroporto. Il bilancio ha chiuso con passivo di 6,5 milioni di euro. Lo scalo di Montichiari continua ad essere vuoto di passeggeri e una inesauribile fonte di debiti, costando al gruppo 2,5 milioni all’anno di perdite. Il patrimonio netto continua a venire eroso, giungendo ad un valore di soli 35 milioni di euro a fronte di un capitale sociale di 52 milioni di euro.

Su fronte dello sviluppo, al di là della propaganda orchestrata, gli investimenti sono al palo. E dal momento che tutti i soci pubblici si sono tirati indietro, è sfumata anche l’ipotesi dell’aumento di capitale per finanziare il piano di sviluppo aeroportuale 2015-2030.

Dalla corrispondenza tra il presidente della società Catullo Paolo Arena e il presidente di Aerogest, la società “contenitore” delle partecipazioni pubbliche, Giuseppe Riello, si apprende infatti che dalla “presentazione dell’ultimo Business Plan” è emerso che “l’ipotesi di procedere con un aumento del capitale sociale è stata scartata in quanto ritenuta non essenziale (sic) al fine del finanziamento del piano di sviluppo”. Si sarebbe invece imboccata la strada del finanziamento da parte di “un pool di banche”. Ma quando Riello osserva che “l’assenza di copertura blocca l’avvio del piano (sic)” e quindi chiede “a che punto sia la trattativa con gli istituti di credito”, Arena si limita dire che sono in corso “serrati incontri” (sic).

Comunque stiano le cose, non sarà facile per il Catullo ottenere altro credito: a giugno 2018 gli erano stati pignorati tutti i conti correnti da parte di Enav in conseguenza di una quasi ventennale controversia giudiziaria ora giunta ad un punto di svolta. Per riavere agibilità bancaria la società Catullo è stata costretta a liquidare Enav con 16,7 milioni. L’epilogo della vicenda ha avuto l’effetto di far schizzare l’indebitamento con le banche dai 500 mila euro del bilancio 2017 agli attuali 11 milioni di euro, tutti debiti a breve scadenza, ragion per cui sono stati rifinanziati con ovvio aggravio di costi per interessi.

E sul fronte dei debiti non è ancora finita: “La Capogruppo – si legge nella relazione ai soci – ha maturato un debito per addizionale comunale, incassata in esercizi antecedenti al 2013 e non versata, di circa 20 milioni di euro”. La strategia per far fronte a quest’altro scoglio? “A fine 2017 il Cda della Capogruppo ha deliberato l’avvio della causa civile volta ad accertare e far dichiarare la prescrizione del diritto degli enti competenti al pagamento di tale importo”.

Come si vede, dunque, tra grane giudiziarie e piani di sviluppo in ritardo di decenni, l’aeroporto vive alla giornata. Gli unici dati positivi del bilancio riguarda l’asserita crescita di passeggeri (limitatamente al Catullo, essendo Montichiari al collasso) e l’avvio dell’azione di responsabilità verso i vecchi amministratori.

Non aiuta l’ignavia dei soci pubblici che dopo aver sciolto i patti parasociali non hanno più mosso un dito. Mettendo le mani avanti, Enac ha bloccato sul nascere ogni altra possibilità di giocare con le quote societarie, comunicando chiaro e tondo che le nuove norme sulla trasparenza impongono di svolgere gare ad evidenza pubblica anche sulla vendita delle quote di minoranza. Che cosa intendono fare allora i soci pubblici? Il Sindaco in Consiglio non ha saputo rispondermi. Di certo, se continua questo andazzo, non ci sarà alcun futuro per l’aeroporto.

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