AEROPORTO: FINITA LA PROPAGANDA, TORNA L’INCUBO DEBITI – L’AMMINISTRAZIONE ASSISTE IMPOTENTE



A tre anni di distanza dalla manovra politica che ha permesso ai privati di Save di prendere di fatto il controllo dell’aeroporto Catullo in barba ai più elementari principi della libera concorrenza, la situazione dello scalo veronese resta disastrosa: cresciamo meno degli altri aeroporti, a partire da quelli di Venezia e Treviso appartenenti allo stesso gruppo Save. Con il bilancio in rosso di 6 milioni torna anche l’incubo dell’indebitamento. Montichiari (da cui pare provenga il grosso del rosso) resta uno scalo fantasma.

La compagine azionaria è disintegrata con Save e Fondazione Cariverona sempre in conflitto e i soci pubblici eclissati dietro la questione di Aerogest, la società veicolo delle partecipazioni pubbliche in perdita costante e continuativa da tre anni e che pertanto il Ministero ha chiesto di liquidare. Il piano di investimenti che si annuncia da 13 anni non è mai stato attuato. I sacrifici dei lavoratori sono stati archiviati e non sono serviti a nulla, mentre gli amministratori responsabili delle disastrose gestioni degli anni scorsi sono rimasti impuniti e passeranno una serena vecchiaia.

L’amministrazione comunale assiste imbambolata a tutto questo senza avere la forza o la presenza di spirito di dire una parola. Come ricordato giovedì dallo stesso Sindaco Sboarina in consiglio comunale, l’unica mossa agita da quando amministrano la città è la disdetta dei patti parasociali, che non sono mai stati riformulati e che comunque scadrebbero ad ottobre 2019. Come con il filobus, il marchio di fabbrica di Sboarina e soci è la rassegnazione e l’impotenza.

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