DAL TRAFORO AL… TRAFORINO SULLA CARTA

Dopo aver dimostrato la vacuità, l’inconsistenza del progetto del nuovo stadio, totalmente privo di piano economico e finanziario, Verona e Sinistra in Comune è in grado di dimostrare che anche dietro il tanto sbandierato “nuovo traforo” o, per essere più precisi, nuovo “traforino intervallivo”, non c’è nulla di concreto. Come la precedente amministrazione Tosi, anche Sboarina spreca il tempo e la fiducia che i veronesi gli hanno affidato per rincorrere i titoloni e fare propaganda anziché mettersi a lavorare sui problemi della città: traffico, verde, sviluppo sostenibile, ecc.

La fonte di tali notizie è l’autorevolissimo vicesindaco Zanotto che, rispondendo ad una mia domanda di accesso agli atti chiarisce:

1) “Gli uffici comunali non hanno sviluppato nessun progetto di traforo”. L’intenzione, dice Zanotto, è di inserire una nuova ipotesi progettuale nel triennale delle opere 2020-2022 non appena l’amministrazione riuscirà a dotarsi di uno studio di fattibilità. Dunque al momento non c’è nulla, neanche sulla carta…

Se qualcuno ricorda le cinque paginette striminzite dello studio di fattibilità del traforo di Tosi (e all’epoca in giunta c’era anche Sboarina) e tutto il lavoro necessario per svilupparlo, possiamo tranquillamente convenire che in questo mandato Sboarina e soci non riusciranno a combinare nulla a livello progettuale.

2) A livello economico, poi, Zanotto conferma che in Comune non esiste nessun documento che attesti la disponibilità dei famosi 53 milioni di euro della società autostradale A4. Dell’esistenza di tale contributo c’è soltanto una “conferma a seguito di un incontro informale” (sic!) ma il tutto è comunque “subordinato alla sottoscrizione della convenzione unica tra Anas e A4”. Quando si parla di concretezza…

Ma allora da dove salta fuori l’idea del traforino?

3) Se ne parla in una nota congiunta del 23 maggio scorso, che la Provincia di Verona e il Comune di Verona hanno inviato alla società autostradale A22 in merito al nuovo piano di investimenti della Brennero nel trentennio 2018-2048.

In sostanza vengono manifestati all’A22 i bisogni (o presunti tali) del territorio sottoponendo un piano di opere dall’importo piuttosto irrealistico ammontante a ben 385 milioni di euro, piano che comprende anche la Nuova Mediana da Nogarole Rocca a San Bonifacio; il nuovo ingresso al Quadrante Europa, bretelle, bretelline e ponte Valdadige.

In questo contesto, e “a completamento della connessione della Città di Verona con il Casello di Verona Nord”, il Comune chiede la “sistemazione della Statale 12 strada di gronda Ovest” per 130 milioni di euro e un “Collegamento intervallivo a nord della Città di Verona” detto “Traforino”. Verona dunque chiede altri 67 milioni di euro su un importo totale ipotizzato (ma sarebbe meglio dire immaginario, visto che non c’è progetto) di 120 milioni di euro. Eccolo dunque il traforo sulla carta.

Finalmente si ammette ciò che noi avevamo sempre sostenuto, e cioè che l’interesse delle Autostrade può riguardare soltanto una ipotesi di collegamento autostradale, pertanto, un traforo urbano finanziato dalle autostrade è un’ipotesi campata per aria. Rilanciando l’idea del traforo Sboarina quindi ci rilancia al punto di partenza con tutti i problemi di sostenibilità, attraversamento dei quartieri, costi e mancata valutazione delle alternative.

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