FONDAZIONE ARENA: SI CONTINUA A NAVIGARE A VISTA

Non occorrevano dei laureati della Bocconi, né tanto meno i 150 mila euro resi disponibili dalla Camera di Commercio per la redazione del nuovo piano industriale, per capire che vendendo più biglietti ad un prezzo più caro e aumentando il numero delle serate, gli incassi della Fondazione Arena possono a loro volta aumentare. 
Il punto è se ci sono le condizioni per far tutto questo. E il cosiddetto piano industriale raccontato ieri alle organizzazioni sindacali dei lavoratori dai vertici della Fondazione Arena non ce lo dice, per un motivo semplicissimo: nessuno ha ancora visto il documento. Anzi, non è chiaro nemmeno se si tratta di un piano industriale o di un piano di rilancio oppure della continuazione del piano di risanamento. Oggi stesso proverò a chiederne copia. I vertici Fav proseguono dunque nella politica degli annunci, pretendendo da lavoratori e organizzazioni sindacali fiducia cieca. Non sono queste le basi per un confronto costruttivo. I confronti costruttivi di solito si svolgono carte alla mano, facendo chiarezza sui ruoli e dimostrando l’adeguatezza dei mezzi. Ad esempio: il carrozzone dei dirigenti della Fondazione Arena è adeguato e all’altezza del compito? Perché si continuano a permettere le incursioni di Arena di Verona Srl che dovrebbe occuparsi solo di extralirica? L’impressione è che si continui a navigare a vista, tanto se le cose volgono al peggio qualcuno che paghi lo si è sempre trovato… 

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