IL SIGNIFICATO VIVO DELLA LIBERAZIONE

“Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera”. In queste parole che Vittorio Foa, partigiano del Partito D’Azione, poi senatore socialista, rivolse al collega Giorgio Pisanò, repubblichino, fascista impenitente, anche lui eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione, rappresentano con straordinaria immediatezza e praticità il senso della Resistenza: non una guerra tra bande, non una scelta ideologica tra fascisti e comunisti, come qualcuno ancora oggi vorrebbe dipingerla, ma una lotta per la democrazia contro la dittatura. 
La Costituzione e la Repubblica nate da quell’esperienza portano ancora vivo oggi questo messaggio di libertà che fu condiviso non solo dai comunisti, ma anche da liberali, repubblicani, democratico-cristiani, monarchici… Il 25 Aprile pertanto non è la “festa della sinistra”, come Bacciga e camerati vorrebbero dipingerlo, ma dell’Italia intera. 
La repubblica nata dalla Resistenza è stata tanto Democratica da consegnare a tutti libertà di parola (altro che la verità dei vincitori sui vinti!), persino a Bacciga le cui provocazioni sono palesemente strumentali. Ha annunciato una mozione contro il 25 Aprile senza depositarla e in assenza di un consiglio comunale convocato dove discuterla. Evidentemente ha bisogno di un poca di visibilità per far contenti i suoi 4 elettori. Purtroppo, se dipendesse da loro, ad oggi non ci sarebbe nessun consiglio comunale ma un Podestà. 
Questa semplici verità, senza contare la memoria delle atrocità delle leggi razziali e delle deportazioni verso i campi di sterminio, sfuggono anche ai silenti consiglieri di maggioranza che finora non hanno alzato un dito contro le provocazioni di Bacciga sulla Resistenza.

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