PARTECIPATE: CRISI IRREVERSIBILE SE IL SOCIO UNICO BADA SOLO AD INCASSARE GLI UTILI

n primo luogo chiederò al Sindaco di venire a riferire in Consiglio comunale perché non è pensabile gestire la situazione attuale del gruppo Agsm – la grave vertenza sindacale in Amia, la situazione esplosiva della capogruppo – attraverso incontri privati, vertici di maggioranza (peraltro infruttuosi) e retroscena sulla stampa. Per quanto il Sindaco cerchi di pilotarla attraverso le dimissioni del cda, la crisi va ben oltre la figura del presidente e va pertanto dichiarata. Vanno cercate soluzioni condivise perché in gioco non è la tenuta della maggioranza del sindaco pro tempore ma il futuro della maggiore azienda partecipata della città. 

In secondo luogo, ha un bel dire il Sindaco che vuole il tecnico a capo di Agsm. Adesso? Dopo aver fatto dilaniare il gruppo da correnti e correntine, compresa quella di Michele Croce che pure si era presentato come antisistema e nemico della partitocrazia? Il tecnico funziona se il contesto non è quello della lottizzazione politica sfrenata e delle nomine fatte col manuale Cencelli, come sono i nomi di Montagna e Caliari che già sono rientrati in circolo. 

Il tecnico, inoltre, funziona se il socio unico è in grado di fare delle scelte e dare degli indirizzi, cosa che l’amministrazione Sboarina da quando governa la città si è ben guardata dal fare su tutte le questione più spinose badando solo a prosciugare gli utili di Agsm alla fine di ogni anno. Lo abbiamo visto con la fusione con Aim, e più in generale sul ruolo di Agsm nel contesto delle multiutility dell’energia del Nord Italia, di cui ancora ieri si è occupato Croce mentre Sboarina era a consiglio da Giorgetti. Nessun indirizzo è arrivato sulla vicenda del direttore generale del gruppo, il che ha favorito una soluzione tampone che ha finito per rafforzare il personalismo di Croce. Nulla su Agsm Albania dove c’è un continuo temporeggiamento. E nessuna soluzione per Amia la cui situazione è sempre più disperata. 

O si cambia radicalmente il metodo delle nomine, dando la precedenza alla competenza sulla fedeltà politica, così come nella proposta di riforma presentata dal gruppo di professionisti veronesi, oppure i tecnici da soli non hanno la bacchetta magica. 

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