L’ADIGE NON È UN PARCO ACQUATICO: NO AL PROGETTO DELL’ONDA DA SURF

I danni causati dall’ultima piena dell’Adige al percorso da slalom del Bottagisio non sono bastati a comprendere che il fiume non è un parco acquatico. Lo scorso dicembre Il Canoa club ha infatti presentato un progetto per la realizzazione di una “onda da surf” – vale a dire un impianto che per la creazione di onde artificiali – a valle della diga del Chievo. 
Mentre l’incartamento risulta all’attenzione della Sovrintendenza, la nostra amministrazione si distingue ancora per inerzia e passività: che cosa si aspetta ad aprire il confronto su una proposta così controversa?
Al momento l’unico soggetto ufficialmente informato è il consigliere Andrea Velardi che non a caso nelle scorse settimane aveva sottoposto al Consiglio comunale una mozione “per la pratica sportiva da parte dei giovani” in cui, tra le altre cose, si prevede di usare “il nostro corso fluviale”, approvata con i soli voti della maggioranza e l’astensione delle opposizioni.
Evidente che si tratta di una manfrina penosa nell’attesa di mettere tutti davanti al fatto compiuto. 
I promotori risultano infatti impazienti: “Le serie storiche e l’evidenza pratica – scrivono in una lettera dei primi di febbraio – indicano il mese di di febbraio (in quanto periodo di secca, ndr) come il più idoneo allo scopo. I lavori dovrebbero concludersi in 15-20 giorni di calendario”.
Da 10 giorni gli uffici rifiutano di farmi prendere visione del progetto. Ritengo questa una circostanza piuttosto grave. Ricordo infatti che il fiume riceve le tutele del Parco dell’Adige in quanto area naturale protetta a tutti gli effetti. Che poi anche Sboarina e Segala continuino a rinviare la predisposizione del piano di gestione e valorizzazione è una delle colpe che rendono questa amministrazione una variante fiacca e indecisionista ma altrettanto letale della precedente amministrazione Tosi.

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