IL TRAFORO E’ MORTO MA SI CONTINUA A PROGRAMMARE “AD OCCHIO”

La sentenza del Consiglio di Stato sul traforo costringe tutti a prendere atto della fine di questa lunghissima vicenda amministrativa il cui esito tuttavia non è mai stato così scontato. Senza l’attività del comitato anti traforo e senza l’impegno del sottoscritto in Consiglio comunale, che hanno marcato stretto ogni passaggio amministrativo, la città avrebbe corso il serio pericolo di vedersi approvare un progetto claudicante e ingiustificabile sotto ogni aspetto, ambientale, viabilistico, finanziario, che l’avrebbe trascinata in un infinito cantiere mangiasoldi come ce ne sono tanti in Italia. 

La controprova l’abbiamo nella seconda parte del dispositivo: tanto ha fatto la precedente amministrazione in favore dei promotori del traforo, arrivando ad esercitare fortissime pressioni contro gli stessi dirigenti comunali, che i giudici hanno infine deciso di ripartire le spese di lite e di restituire la cauzione alla ditta. 

Sotto questo aspetto la sentenza lascia ovviamente l’amaro in bocca, ma lascia ancor più sconcertati che si riprenda a parlare di mega-opere invasive ad occhio e croce, in assenza di ogni seria programmazione urbanistica e di una visione di città. Del resto Sboarina, Zanotto, Polato, Padovani, Mashio erano nella stessa giunta o maggioranza  di Tosi che approvò il project financing. Non hanno mai alzato un dito contro le decisioni del loro ex Sindaco (a parte nell’ultimo scorcio di campagna elettorale). Staremo dunque a vedere chi, tra loro, sarà il prossimo a salire sulle Torricelle per confermare: “sì, è evidente che qua serve un traforo”… 

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