CATULLO: SINDACO TROPPO CRIPTICO, SE HA UNA STRATEGIA LA ILLUSTRI

Fa piacere sentire che anche il Sindaco di Verona ritiene strategico l’aeroporto Catullo. Tuttavia, in assenza di una strategia chiara e condivisa, l’annunciata volontà di rimettere in discussioni i patti parasociali del 2014  è in grado di generare più ansia che rassicurazione. 

Ad oggi, infatti, i soci pubblici del Catullo non hanno mai brillato per prontezza e abilità di intervento. Anzi, con l’unica eccezione della Fondazione Cariverona, si sono limitati a stare alla finestra mentre il presidente di Aerogest Riello (la società che raggruppa i soci pubblici dello scalo) ha interpretato il proprio ruolo come quello di un semplice passacarte rispetto alle decisioni prese dal socio privato Save. 

Per fare un esempio, i soci pubblici non hanno mosso un dito di fronte alle pesantissime eccezioni sollevate dall’Autorità Anticorruzione la quale ha bollato come “irregolare” la modalità con cui Save è entrata a far parte della compagine azionaria del Catullo. Inoltre, sulla mancata applicazione del plurimilionario piano di investimento, si sono limitati a qualche lamento senza prendere alcuna iniziativa concreta. Non da ultimo, il Consiglio Comunale di Verona, su mia proposta, aveva impegnato la giunta ad attivare gli altri soci pubblici del Catullo per trovare una modalità di coordinamento e cooperazione diversa dalla società Aerogest la quale è destinata ad essere dismessa in quanto in contrasto con la Legge Madia. Ma anche sotto questo aspetto non è stato fatto nulla.  
Perché, dunque, la musica doverebbe cambiare proprio adesso? In fondo il patto parasociale attuale assicura la maggioranza in capo ai soci pubblici. Cambiarlo senza avere le idee chiare su dove andare a parare, non potrebbe dare il via libera a Save per impossessarsi dello scalo? 

Il Sindaco dovrebbe allora essere più chiaro rispetto a ciò che si appresta a fare. I soci pubblici hanno i soldi necessari per partecipare all’aumento di capitale lanciato da Save? Difficile ipotizzarlo. E hanno anche i soldi per realizzazione finalmente gli investimenti richiesti relativi alla modernizzazione dello scalo e della viabilità circostante con la realizzazione della metropolitana di superficie? Altrettanto difficile. Alla fine, dietro al mistero e al tono sibillino delle dichiarazioni di Sboarina potrebbe esserci soltanto il “La” all’attuazione degli accordi con Cariverona, che in cambio delle destinazioni d’uso previste dal Piano Folin sugli immobili dell’ex isolato Unicredit si è impegnata ad aiutare Palazzo Barbieri nelle situazioni societarie “complicate”. Ma da qui a dire che ciò sarà di effettivo aiuto anche allo sviluppo dell’aeroporto Catullo, ce ne corre… 

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