EMERGENZA RIFIUTI: NON CI SONO SCORCIATOIE ALLA DIFFERENZIAZIONE

Nell’emergenza rifiuti che spinge il bacino di Verona Città (ma anche quello di Verona Nord) a chiedere alla Regione l’utilizzo del sito “tattico” di Sant’Urbano a Padova c’è un pizzico di sfortuna, data ad esempio dagli incidenti occorsi agli impianti di trattamento della Sev e della Transeco (colpiti da incendi) ma c’è soprattutto incapacità nel predisporre una strategia di lungo periodo per lo smaltimento dei rifiuti veronesi.

La raccolta differenziata in città è ferma al 50% da molti anni ed il suo trend è regressivo. Sulla riconversione dell’impianto di Cà del Bue finora ci sono state più chiacchiere che fatti. Nel frattempo Amia non sa più come smaltire il rifiuto derivante dal trattamento effettuato a Cà del Bue, ragion per cui esso prenderà la via di Sant’Urbano insieme ai rifiuti ingombranti del Bacino di Verona Nord e di Verona Città.

Occorre capire che se non cresce la differenziata non c’è discarica che tenga. E coloro che tornano a rivolgere lo sguardo agli inceneritori dovrebbero prendere atto che il piano regionale dei rifiuti non prevede l’apertura di nessun altro impianto.

Non ci sono, insomma, scorciatoie di sorta: per evitare una emergenza rifiuti Comune ed Amia sono costretti a lavorare per recuperare anni di immobilismo sul fronte della differenziata e della programmazione. E bisogna fare anche presto, perché la disponibilità di Sant’Urbano durerà soltanto pochi mesi.

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